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Lascio questo manoscritto a colui che, col mio stesso sangue, avrà il coraggio e l'ardire di addentrarsi nel sepolcro di mio padre Kriondar, perché sappia quello nessuno nemmeno sospetta e perché possa così rompere la maledizione che grava sulla dinastia dei Riningham ormai da secoli.

Sir Darkart Riningham, figlio di Kriondar, Sovrano di Wheloon dal 1185 DR.

-

Le memorie di Darkart Riningham

Anno 1169 DR

Sapevo che mio padre era un uomo forte, poiché lo avevo visto già molte volte in battaglia uscire vittorioso da scontri terrificanti.
I veterani del nostro esercito lo temono e sussurrano tra loro che abbia una forza innaturale e sia dotato addirittura di poteri infernali.
Io stesso e anche mio fratello maggiore Gart abbiamo subito molte volte la sua ira terribile, ma pensavo che le dicerie nei suoi confronti fossero esagerazioni dettate dall'invidia di chi è più debole e di basso rango.
Un giorno però cambiai idea.

Accadde durante una battaglia contro un contingente di Sembiani: lo vidi trapassato da parte a parte da un uomo che impugnava una spada circondata da un'aura azzurrognola di energia magica. Mio padre cadde e venne immediatamente portato in salvo dai soldati del nostro contingente e ormai moribondo fu condotto a Wheloon.
Durante il tragitto verso il castello, incredibilmente però non morì e giunti a destinazione rifiutò l'intervento dei chierici e ordinò con un filo di voce di essere portato nei sotterranei e di essere lasciato solo.
Noi cercammo di dissuaderlo, ma egli ormai dissanguato ci ordinò con voce debole ma ancora ferma di eseguire la sua volontà.
Dopo 2 giorni, durante i quali più volte ero arrivato sul punto di entrare nei sotterranei per dargli almeno una sepoltura degna, egli si presentò nella sala del trono decisamente provato ma senza neanche il ricordo della terribile ferita che aveva subito. All'incredulità e alle svariate domande che gli vennero rivolte, Kriondar non rispose nemmeno, limitandosi a pianificare nei dettagli le strategie per la battaglia successiva contro i Sembiani. E per vendicarsi di colui che lo aveva trafitto.

Anno 1170 DR

Mio fratello maggiore Gart era rimasto così sconvolto dalla strana guarigione di nostro padre che si era convinto del fatto che ci stesse nascondendo qualche segreto mostruoso. Aveva, così, deciso di indagare a fondo sulla questione, visto che Kriondar non voleva affrontare l'argomento e anzi col passare del tempo si stava dimostrando ancora più severo e sospettoso anche nei confronti dei propri figli e più spietato e crudele verso i nemici.

Gart voleva penetrare nei sotterranei del castello, dove nostro padre si rinchiuse in punto di morte, circa un anno prima. Era convinto che lì avrebbe trovato la risposta. Io tentai di fargli cambiare idea, ma alla fine una notte ci spingemmo nel piano sotterraneo posto sotto al castello, anche nelle stanze in cui non eravamo mai entrati prima, come la sala delle torture, i magazzini delle provviste e altre stanze poco importanti: non trovammo niente.

Io cercai di distogliere Gart dall'intento di cercare ancora, ma lui era un uomo cocciuto e, a mia insaputa, continuò a cercare quasi tutte le notti.

Finchè, una mattina, in cui l'inverno si faceva sentire in tutta la sua forza, fui svegliato all'alba da mio padre. Egli mi venne incontro e con uno sguardo turbato e triste mi disse che Gart, mio fratello maggiore, era morto durante la notte e il suo corpo era stato trovato nella sala delle torture con il petto crivellato dai colpi di una "iron maiden", uno strumento di tortura particolarmente temuto dai prigionieri.
Si era suicidato, così mi disse mio padre, perché il meccanismo dello strumento era stato azionato dall'interno della macchina stessa, come di rado era concesso ai condannati a morte che ottenevano la "grazia".

Io rimasi scioccato; ero disperato!
Corsi fuori dalla mia stanza. Quasi nudo raggiunsi i sotterranei dove trovai un manipolo di guardie e Feleral il vecchio prete, che stava coprendo il corpo di Gart con una coperta. Lo allontanai e scoprii il manto. Vidi il corpo di mio fratello devastato da decine di pugnalate. Ma la cosa più terribile era l'espressione del volto, ancora irrigidita in un'espressione di terrore, pur con gli occhi già chiusi dal prete!

Piansi lungamente sul suo corpo. Poi fui preso da una rabbia che non avevo mai provato prima! Raggiunsi mio padre nella sala del trono e incurante degli ospiti, che gli porgevano le condoglianze, lo accusai della morte di Gart, dicendogli che era successo perché mio fratello voleva scoprire come lui era sopravissuto quando, come ogni essere umano, avrebbe dovuto morire!
Mio padre mi sorprese ancora una volta. Con calma, gentilezza e con un espressione di pacata pazienza fece cenno agli ospiti di ritirarsi; una volta soli, con una velocità e una forza che nemmeno immaginavo potesse possedere un uomo della sua età, mi afferrò per le spalle e sollevandomi di peso mi disse parole che mi restarono marchiate nel cervello: "... figlio, non ti distruggo perché in te scorre il mio sangue, ma vedi di prepararti a dovere, perché ora sei tu il legittimo erede al trono di Wheloon, visto che tuo fratello maggiore era troppo debole per sopportarne la responsabilità!".
Poi, mi lanciò via come un bambino lancia la sua bambola e mi fece cenno di andarmene con una mano. Io, terrorizzato, uscii subito.
Avevo capito che Gart aveva ragione: mio padre non era umano. Dovevo fare qualcosa.
Ma con pazienza e intelligenza.

Anno 1174 DR

Per quattro lunghi anni dedicai la mia vita all'arte militare e all'addestramento. Nei pochi incontri con mio padre cercai di apprendere da lui ogni tipo di strategia militare e guerresca che avrebbe potuto tornarmi utile nel futuro. Intanto, Kriondar sembrava finalmente invecchiare, anche se per l'età che aveva manteneva una possanza fisica e un'intelligenza e prontezza di mente invidiabile.

Anno 1176 DR

Fui nominato generale dell'esercito di Wheloon e mi creai una cerchia di comandanti a me fedeli. Combattei numerosi nemici. Alcuni, invasori da Sembia o gruppi di orchi e troll dalle colline, alle porte di Wheloon, che scacciai con facilità. Altri, che combattei con lunghe e lontane campagne militari per l'alleanza con questo o quel reame.

Anno 1181 DR

Dopo alcuni mesi di ritorno dall'ultima campagna militare, mio padre che intanto era invecchiato a tal punto da muoversi di rado dai propri alloggi e dalla sala del trono, fu costretto a recarsi a Suzail per l'incoronazione di Re Azoun 1°, nuovo e molto potente alleato di Wheloon.
Era per me l'occasione per recarmi nei sotterranei dove, ormai 11 anni prima era morto mio fratello Gart. Lo ricordavo come se fosse accaduto il giorno prima.
Cercai di giorno e di notte, ma non trovai nulla di nulla.
Esasperato e furente, una sera cenai con amici e "amiche" e abusai con il vino. Mi resi conto di essere ubriaco e di avere a fianco una giovane donna molto accattivante su cui avevo mire lussuriose, solo dopo che ero entrato nella sala delle torture.
Non so perché, completamente ubriaco, mi ero diretto nei sotterranei.
Iniziai a ridere a crepapelle. E lei rideva con me.
Poi Deva, così si chiamava quella concubina, mi ricordò, sempre ridendo, che in quella stanza era morto mio fratello.
Io non risi più.
Fui pervaso da una grandissima rabbia, fino ad allora repressa e sotterrata e mi sfogai su di lei, prima possedendola selvaggiamente, poi uccidendola piano piano assaporando con immenso piacere entrambe le sensazioni!
Appena mi resi conto di quello che avevo fatto, preso ancora dai fumi dell'alcool e coperto di sangue iniziai a vagare per i sotterranei, finchè non mi resi conto di essere giunto in un corridoio in cui non ero mai stato prima!
Avevo trovato, inconsapevolmente, il luogo cercato da mio fratello per tante notti e per il quale, forse, aveva perso la vita!
Mi ripresi quasi immediatamente dagli effetti del vino e sfoderai il coltello magico dal fodero appeso alla mia cintura. Prosegui per alcuni minuti scendendo alcune rampe di ripide scale. Il corridoio e le scale erano completamente bui. Io però, incredibilmente, mi resi conto di vedere dove stavo andando. Riconoscevo i contorni delle pareti del corridoio e degli scalini che erano di un freddo blu scuro e, improvvisamente, vidi anche un grosso topo che mi apparve di un tenue color rosso. Non ebbi il tempo di pensare a questo strano effetto, mai provato prima.
Avanzai cauto, finchè il corridoio non si aprì in una stanza dalla forma rettangolare, molto grande. Al centro della stanza un grosso tavolo di pietra spoglio. Ai piedi del tavolo una miriade di ossa e resti di scheletri all'apparenza umani. Agli estremi della stanza 4 statue raffiguranti un umanoide dal volto scheletrico e dalle vesti più nere della notte più scura: Bhaal, il Signore degli assassini!
Improvvisamente, mi resi conto di iscrizioni tutto a un tratto luminose che coprivano i muri della stanza: frasi orrende e inumane che mi rimbalzavano nelle orecchie e mi facevano impazzire! Feci in tempo a notare una porta ad arco che dalla stanza conduceva in un altro ambiente, che iniziai a correre da dove ero venuto e mi fermai solo quando arrivai nel cortile fuori dal castello sudato e ansimante!
Quello che avevo scoperto era terribile! Mio padre aveva fatto un patto con il Dio del Male in persona!!!
Mio fratello lo aveva scoperto ed era morto, ora la stessa sorte sarebbe toccata a me... a me, che non avevo mai ucciso nessuno, tranne che sul campo di battaglia, tranne che per legittima difesa o per la gloria di Wheloon!
NO, non era vero.
Quella notte stessa io avevo ucciso una donna indifesa solo per sfogare la mia rabbia... Ero diventato un assassino! Dovevo farla sparire da li... l'avrei portata...

Anno 1182 DR

Prima del ritorno di mio padre, riuscii ad allontanarmi da Wheloon. Usai come scusa la preparazione di una nuova campagna militare contro i Sembiani che qualche mese prima avevano attaccato i nostri avamposti ad est. Invece, iniziai a pianificare con calma come avrei ucciso mio padre, che nonostante i quasi cento anni di vita, rimaneva saldo al potere della città ed investiva le somme di denaro che recepiva dalle tasse e dalle conquiste militari in opere di rinforzamento della città e del castello. Prima di tutto dovevo avere molti alleati all'interno dell'esercito e all'interno del palazzo, poi...

Anno 1185 DR

Era tutto pronto.
Avevo potenti alleati: Deferel, un mago conosciuto durante le mie frequenti campagne militari dalle ottime abilità evocative, Jonas, un prete di Torm, aggregato da circa 3 anni al mio contingente e i miei tre luogotenenti, Furmon, Nerwen e Cosder, uomini fedeli, coraggiosi e soprattutto abili combattenti.
Altri miei uomini erano già pronti e posizionati in vari punti della città per sottomettere qualsiasi forma di ribellione o fedeltà di alcuni sudditi a mio padre.

Convocai un consiglio di guerra, per discutere delle strategie da adottare nei confronti del reame del Cormyr, con il quale si era da poco rotta l'alleanza. Mio padre da alcuni anni ormai non partecipava più ai consigli: ero io che, successivamente, lo informavo delle decisioni prese a cui lui poi spettava imprimere o meno l'imprimatur.

Questa volta, data l'importanza dell'evento, spinsi molto affinché anche lui fosse presente al consiglio. Questa riunione si teneva nella sala più grande del castello, la sala della guerra, che poteva ospitare fino a cinquanta persone circa, le più importanti attorno ad un magnifico tavolo di mogano, le altre sedute su comode sedie sistemate lungo tutte le pareti della stanza.
Io e i miei uomini eravamo in 6 più 10 guardie a me fedeli che presidiavano la stanza.

Mio padre si presentò scortato da 20 guardie. Non ne conoscevo nemmeno una.
In più, portava la corona reale, che solitamente indossava solo se strettamente necessario in caso di visite importanti.
O quando andava in battaglia.

Kriondar, ammantato dal solito lungo mantello, si sedette al posto principale e dopo che anche tutti noi ci eravamo seduti mi guardò dritto negli occhi e con un sogghigno malevole mi chiese se ero pronto a cominciare.

Capii allora che aveva intuito tutto!
E si era preparato a dovere. Non feci in tempo ad aprire bocca che ad un suo cenno i venti soldati a lui fedeli sguainarono le spade e si lanciarono sui miei uomini!
La situazione degenerò in fretta.

Deferel intonò una formula magica e dalle sue dita partirono alcune saette di energia che, come radiocomandate, colpirono sul petto una guardia di mio padre che cadde a terra morta. La battaglia si fece subito spietata: i guerrieri di mio padre si dimostrarono particolarmente abili ed erano in superiorità numerica. La differenza a nostro favore la fece ancora Deferel che recitando le parole arcane di un incantesimo, bloccò magicamente ben 3 avversari. Io e i miei tre luogotenenti intanto avevamo reso inoffensivi i nostri avversari, quando mio padre con un grido inumano aveva appena falciato due dei miei più abili soldati e avanzava a grandi passi verso il mago.

Tentai di intercettarlo ma venni impegnato in combattimento da un abile guardia del corpo di Kriondar che mi inferse una dolorosa ferita alla spalla sinistra. Non riuscii ad aiutare Deferel che visto l'avanzare di mio padre pronunciò le parole di un altro incantesimo che scatenò una scarica terrificante di energia elettrica che colpì in pieno petto Kriondar e continuò il suo percorso dietro di lui. L'odore di ozono si diffuse immediatamente nella stanza, ma incredibilmente mio padre continuò ad avanzare come se niente fosse e feci appena in tempo a notare l'espressione di terrore sul volto di Deferel, che mio padre lo trafisse da parte a parte con la sua spada.

Intanto, altre 3 guardie di Kriondar erano rimaste uccise dal terribile incantesimo di Deferel e i miei alleati stavano avendo la meglio sui guerrieri rimanenti.
Mi diressi contro mio padre e vidi al mio fianco avanzare Jonas con il simbolo sacro nella mano destra.
Intanto, alcune mie guardie dotate di balestre iniziarono a crivellare di colpi il Re, che seppur colpito più volte da dardi magici continuò la sua avanzata e arrivò ad intercettarmi. Con un sogghigno egli mi caricò con furia: "...ti sei preparato bene figlio mio! Sei diventato abile! ...Vuoi rivendicare il trono di Wheloon per te... ma non hai ancora capito che tale onore costa un prezzo molto, molto alto! Sei disposto a pagarlo figlio mio? Nel tuo sangue scorre il mio sangue! E nel sangue dei tuoi figli scorrerà il mio sangue! E nel nostro sangue e di tutta la nostra progenie scorre e scorrerà il Suo sangue, un sangue potente, un sangue eterno. Ricorda che la nostra eredità di sangue un giorno porterà uno di noi a rivendicare il posto vacante che gli è dovuto, il posto che è stato momentaneamente affidato ad un debole ex mortale !!!! Ahahahahahaaaaah".
Pronunciate queste parole di cui non capii subito il significato, Kriondar si lanciò in un affondo seguito da un urlo selvaggio, lo schivai al pelo terrorizzato dalla forza terribile di mio padre. Temevo di non riuscire a sconfiggerlo, ma egli ormai provato dai tanti dardi che lo avevano colpito e da alcuni incantesimi pronunciati da Jonas, improvvisamente spalancò le braccia e urlando "...eccomi figlio, ti offro il mio sangue, che tu possa riprendere il posto che ci è dovuto!" si gettò sulla mia spada trafiggendosi sotto al cuore.
Lo raccolsi mentre morente mi si aggrappava alle braccia, il suo ultimo sguardo fu però strano: egli aveva perso la smorfia malevola che aveva pochi attimi prima e il suo viso quasi disteso, mi sorrise e mi sussurrò "...grazie figlio mio...".

Pochi giorni dopo ero seduto sul trono di Wheloon, che avevo rivendicato chiedendo e ottenendo fedeltà dai miei nuovi sudditi.
Il ricordo delle parole di mio padre era ancora fresco nella mia mente; non tutto quello che aveva detto mi era al momento chiaro ma avrei indagato e avrei iniziato dall'unico posto di cui nutrivo timore, la cripta che avevo scoperto qualche anno prima. Lì avrei posto la tomba di mio padre, lì avrei scoperto la verità sull'eredità di sangue cui aveva accennato mio padre, lì avrei cercato di capire cosa era divenuto mio padre e cosa avrei dovuto fare io per impedire di fare la sua stessa fine.

Quella notte stessa entrai nella cripta.