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7/4/2005 - Capitolo 18 bis - La confessione di Sir Norman

Duncan, devo confidarti una cosa: quando ho raccontato l'esperienza con il remoraz, non ho raccontato la verità fino in fondo.

Nel ventre del remoraz stavo bruciando vivo, ma quando era arrivato per me il momento di morire, ho avvertito dentro di me il riecheggiare di una voce possente: "NO!! TU NON PUOI MORIRE!! SANGUE IMMORTALE SCORRE NELLE TUE VENE. TU NON PUOI MORIRE!!!"

Poi ho avuto una fugace visione di un orribile essere demoniaco mentre stava violentando una donna. La visione si è fatta indistinta, ma poi è tornata nitida e ho rivisto quella donna mentre dava alla luce un figlio. Anche quella è stata una scena piena di dolore e tristezza perché la donna ha avuto un'emorragia ed è morta di parto.

Sono sicuro che quel bambino sia Kriondar Riningham, il capostipite dei Riningham. La leggenda narra proprio che sua madre fu violentata da un demone e morì nel darlo alla luce. Credevo fosse solo una leggenda, invece dovevo immaginare che, come tutte le leggende, avesse un contenuto di verità. La leggenda narra inoltre che Kriondar fosse un guerriero dotato di poteri infernali, a questo punto non faccio fatica a crederlo.

Adesso, parte di questo retaggio è piombata sulle mie spalle. Quando abbiamo incontrato il drappello di barbari, non era mia intenzione ucciderli se non in caso di assoluta necessità, ma non appena ho sfoderato la spada, non ho più potuto trattenermi.

Questa eredità è un grosso peso, e il doverlo portare mi spaventa.

Nel semipiano di Ravenloft, come fu per Tarabas, mi si presentò un bivio: diventare un uomo migliore, oppure cedere al male e diventare un mostro. Io imboccai la prima strada, mentre Tarabas scelse la seconda e ne fu consumato.

Credo che le strade del destino mi abbiano riportato davanti a questo bivio, e io, forte dell'esperienza passata, cercherò con tutte le mie forze di imboccare la via che imboccati allora, anche se impervia e piena di ostacoli.

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