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The History of the Survivors - Chapter 5 - L’incontro

A metà mattina del 16 di Nightal, Jalavier esce dal bosco e scorge in lontananza, sul fianco della montagna, l’ingresso a forma di mezzaluna di una grotta. Le orme, fresche, del passaggio di Duncan si dirigono in quella direzione. Arrivato dopo poco nei pressi dell’entrata, il guerriero comincia a correre preso dal panico: sembra che lì poche ore prima ci sia stata una battaglia. Vi sono due giganti delle montagne morti, come se fossero stati ibernati da un incantesimo potentissimo, due ogre ridotti nelle stesse condizioni e altri 3 ogre, invece, che presentano ferite da arma da taglio. Non c’è traccia di Duncan. Jalavier, sempre più preoccupato e confuso, entra nella caverna con la speranza di trovare l’amico chierico.

Addentrandosi per alcune decine di metri in un vasto corridoio, caratterizzato da un tanfo nauseabondo, raggiunge una ampia caverna, che sicuramente costituiva la base dei giganti e degli ogre: vi sono mucchi di rifiuti, pelli e cianfrusaglie ammucchiate qua e là e al centro vi è un grosso focolare da cui si innalza un sottile filo di fumo. Abituando gli occhi alla semioscurità, Jalavier dopo qualche minuto nota sulla sinistra l’entrata di un corridoio più stretto. Dopo averlo percorso per alcuni secondi, intravede in lontananza una flebile luce ondulante, come se poco più in avanti ci fosse un fuoco acceso. Egli, rimanendo in silenzio nell’oscurità, percepisce il suono di un respiro tremolante e, poi, un leggero rumore, che assomiglia a quello di un pestello che sbatte contro del legno.

Avanzando cautamente, Jalavier scorge una piccola grotta illuminata da un fuocherello su cui è posato un pentolino con dell’acqua; una figura di spalle, sembra intenta a preparare un infuso, e Duncan, pallido in viso, è sdraiato su un pagliericcio con il torso nudo, in cui si nota una grossa ferita all’altezza della spalla sinistra.

Entrando ora senz’indugi nella grotta, preoccupato per le condizioni dell’amico, Jalavier vede la figura sobbalzare per la sorpresa; questa, però, con un’ abile e veloce capriola da un lato, riesce a frapporsi tra Duncan e il paladino, estraendo la spada per prepararsi a combattere.

Dopo aver estratto anch’egli la spada, più per istinto, che per l’intenzione di combattere, Jalavier scruta colui che lo sta fronteggiando. E’ un giovane umano circa sui 25 anni, di carnagione chiara con occhi chiari e lunghi capelli biondi. Assomiglia a un barbaro, come colori, ma il suo viso è affusolato e delicato, simile a quello di un elfo. E’ vestito con braghe e maglia grigie, mantello verde bosco e con una armatura di chiara fattura elfica. Sta impugnando una spada larga e non ha fatto in tempo ad impugnare lo scudo che giace poco distante, vicino ad un piccolo zaino appoggiato alla parete.

Dopo alcuni secondi di grande tensione, in cui i due guerrieri si studiano, il giovane sembra rilassarsi leggermente e chiede a Jalavier: ” chi sei? ”.
“Un caro amico di Duncan, il chierico di Torm che giace alle tue spalle” - risponde Jalavier - “Lo stavo cercando da giorni ormai…Ma dimmi, cosa lo ha colpito, come sta??”.

Abbassando la spada, il giovane con espressione seria risponde:” Non perdiamo altro tempo in chiacchiere, il tuo amico è ferito seriamente, la grossa freccia che lo ha colpito era penetrata in profondità ed era giunta non molto lontana dal cuore. Io sono riuscito ad estrarla, ma ha perso molto sangue e non ha mai ripreso conoscenza. Ora stavo preparando un infuso di erbe per calmare la febbre, ma se non lo portiamo da un guaritore, temo che non ce la farà. Io da solo non avrei potuto fare molto, ma ora in due possiamo trasportarlo, vai a preparare una lettiga, prima partiamo, meglio è”.

Dopo circa un’ora, verso il primo pomeriggio, i due uomini posano Duncan sulla rudimentale lettiga costruita da Jalavier, e dopo averlo coperto con alcune pesanti coltri di lana, senza parlare, imboccano il sentiero che li deve portare di lì a tre giorni, ad uno dei piccoli villaggi ai piedi delle montagne, in cui Alatias (è questo il nome del giovane) sa che alloggia un chierico di Chauntea.

Dopo aver camminato velocemente fino a dopo il tramonto, i due uomini decidono di riposare alcune ore e di accendere un fuoco, in modo che Duncan possa ricevere un poco di tepore e Alatias possa preparare l’infuso di erbe.
Consumato un rapido pasto, i due si siedono accanto al chierico, vicino al fuoco. Qui Jalavier scopre di dover fare al giovane una miriade di domande: chi ha ucciso tutti quei giganti?, come ha salvato Duncan?, perché lo ha fatto? E molte altre ancora. Prima ancora di riuscire a formulare una di queste, Alatias sorridendo lo precede e gli racconta cosa è successo.

“Il mio nome è Alatias e dopo la morte del druido Jhento, che mi ha allevato fin da molto giovane, sono il guardiano di queste zone. Io non sono un druido, ma ho imparato molte cose dal mio vecchio maestro, come per esempio l’infuso che ho fatto per Duncan. Ho sorvegliato entrambi. Appena siete entrati in questa zona, ho seguito prima lui, poi tu, nel vostro cammino attraverso il bosco, grazie ad alcuni amici animali, per capire quali intenzioni aveste. Quando, però, mi hanno riferito che Duncan si stava dirigendo alla caverna dei giganti, ho cercato aiuto e mi sono precipitato io stesso per cercare di raggiungerlo.

Sono però arrivato in leggero ritardo. Duncan era già stato colpito. Però, con l’aiuto di J’Kilvèr, un drago d’argento che vive in queste montagne, amico mio e di Jhento, sono riuscito ad uccidere tutti i giganti, prima che infierissero sul tuo compagno.

Poi, per timore di peggiorare il suo stato, l’ho spostato in quella piccola caverna, in cui ci hai trovato, per cercare di estrarre la freccia e di frenare l’emorragia. Il resto lo conosci…”.

Dopo aver ascoltato attentamente le parole di Alatias, Jalavier, a sua volta, racconta brevemente al giovane la sua amicizia con Duncan e la loro storia.
I due proseguono all’alba del 17 e giungono, esausti, al villaggio di Felnor a metà mattina del 19. Qui, vengono immediatamente accompagnati da Darla, sacerdotessa di Chauntea. L’anziana chierica saluta con un cenno Alatias e esamina immediatamente le condizioni di Duncan. Dopo pochi minuti la vecchia chiude gli occhi e piegando il viso verso il basso, inizia a pronunciare una preghiera; posizionate le mani raggrinzite sulla spalla di Duncan, una luce azzurrognola si distribuisce a poco a poco sulla zona ferita, che assume un aspetto migliore. Poi, rivolgendosi ai due uomini in attesa:”ora ha bisogno di riposo, domani lo curerò nuovamente”.

Passati altri due giorni, in cui Jalavier e Alatias approfondiscono la reciproca conoscenza, il 22 di Nightal, Duncan ritorna in sè: la ferita è ormai completamente cicatrizzata e il chierico si commuove alla vista del suo fidato amico Jalavier. Dopo aver presentato Alatias a Duncan, Jalavier gli spiega cosa è successo dopo che è stato colpito dalla freccia dell’ogre. Ascoltate in silenzio le parole di Jalavier, Duncan si rivolge, quindi, verso Alatias :”mi hai salvato la vita giovane guerriero, ti devo riconoscenza eterna… In qualunque momento di bisogno, da ora in poi, io sarò al tuo fianco per aiutarti, lo giuro sulla mia fede in Torm”.

Salutata Darla e, dopo aver più volte cercato di convincere Alatias ad accompagnarli fino alla città, la mattina del 24 Duncan e Jalavier decidono di ripartire verso Arabel: c’è Norman che ha bisogno dei suoi amici.

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