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La Storia

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I Personaggi

Alatias
Duncan
Jalavier
Sir Norman
Stingary
Yurgan
Matias

Gli special

Ravenloft
Darkart


Sir Norman Riningham

Human fighter 14° livello d'esperienza
Warrior of the Holy Order of Torm

Forza 17
Intelligenza 14
Saggezza 13
Destrezza 15
Costituzione 17
Carisma 14

Punti Ferita: 118

Allineamento: Neutral Good

Età 38 anni

Luogo di nascita: Wheloon (Cormyr)

 


"Trinity", la Spada dei Duchi. Three bladed Vaati sword +4.

 

SIR NORMAN: LA STORIA

Wheloon (From Cyclopedia of the Realms)

Cittadina fortificata di medio/piccola grandezza (popolata da circa 10.000 abitanti), posta all'estremo est del Cormyr, rappresenta l'ultimo presidio di un certo rilievo tra il Cormyr stesso e il reame di Sembia. E' famosa per gli edifici dai tetti verde brillante, grazie ai quali è riconoscibile fin da molti chilometri di distanza; questi sono il risultato dell'utilizzo di ricoperture in ardesia che si estrae solo in questa zona. Perciò, da diversi secoli è detto comune indicare la città con la frase "le torri di giada di Wheloon".

Costruita sulle sponde del fiume Dragonsmere, appena qualche chilometro sotto al grande lago di Wyvernwater, Wheloon è cresciuta e si è sviluppata attorno al porticciolo che smista il traffico mercantile tra il Cormyr e Suzail.

Vi lavorano moltissimi costruttori di imbarcazioni, velai, falegnami, argillai, mercanti.

Wheloon è da sempre governata da un discendente della stirpe dei Riningham; a volte come città stato indipendente, attualmente in nome di Re Azoun Quarto, garantendosi così l'appartenenza non solo geografica, ma anche politica al Cormyr. Fu Kriondar il fautore del passaggio di Wheloon da piccolo centro contadino, dotato di un piccolissimo porticciolo, a cittadina fortificata, che poi con gli anni si è sempre più ingrandita fino alle dimensioni attuali. "Castel Riningham" venne costruito sotto il suo dominio.

Wheloon conta precisamente 9720 abitanti. Ha un esercito proprio composto da circa 750 soldati regolari (tutti 2°- 3° level fighter), ma con la possibilità di arruolare in pochi giorni almeno 1000 ausiliari (tutti 1° level fighter) e svariate centinaia di mercenari in casi di assoluta emergenza (la città mantiene buone riserve di denaro). In città risiede anche una piccola guarnigione di Purple Dragon, il famoso esercito del Cormyr, ma essi non sono visti di buon occhio in città perché ritenuti da sempre dei conquistatori, anche se i rapporti con la popolazione sono accettabili. Essi, infatti, hanno solo compiti di controllo e si immischiano molto raramente nelle faccende cittadine. La guarnigione è composta da appena 100 soldati (4°- 5° level fighter) e dal loro comandante Dargan Garret (9° level fighter, NG).

In città sono presenti due templi: quello di Deneir gestito da padre Faldaron (4° level human cleric, LG) e da 4 accoliti (1° level cleric) e quello di Ilmater gestito da Reiko Dall (7° level human cleric, NG) e 3 accoliti (2° level cleric).

L'unico mago che dimora a Wheloon è il vecchio Khelvenar (8° level human wizard, C-G). Egli è stato per parecchi anni il mago di corte, ed è un profondo conoscitore delle vicende e della storia della città.

Nato a Wheelon nel 1327 DR (1302 per il calendario del Cormyr), Norman è l'unico figlio di Mihail Riningham , a quell'epoca sovrano della piccola cittadina situata all'estremo est del Cormyr.

La madre, Vidian Lorener era una nobile proveniente da Saerb, una delle principali città del regno di Sembia. Il loro matrimonio, politico, aveva sancito un importante trattato commerciale tra le due città. Tra i due, però, non nacque mai l'amore e l'unico frutto della loro unione fu Norman. Anzi, con il passare degli anni, il sovrano si divertiva sempre più spesso ad umiliare e percuotere la donna, che debole fisicamente e malata, morì quando Norman aveva 18 anni.

Mihail era il maggiore di quattro fratelli: Gondegal, Selania e Teomond.

Mihail , padre di Norman, era un uomo duro e sanguinario. In gioventù era stato un temibile guerriero (14°lvl human fighter), così come tutta la stirpe dei Riningham, ad iniziare dal capostipite, Kriondar Riningham, che le leggende descrivono come un guerriero dotato addirittura di poteri infernali. Queste storie raccontano anche, che era stato partorito da una donna violentata da un potente demone. Ella era morta nel darlo alla luce e il bimbo di costituzione molto robusta era sopravissuto per due giorni e due notti prima che qualcuno lo trovasse e lo portasse in salvo.

Mihail non aveva mai amato Norman, perché assomigliava molto a suo fratello Gondegal nei tratti somatici e alla madre nello sguardo deciso e tagliente. E, anche perché era uno spirito indomabile e ribelle, dalla forza di volontà ferrea. Moltissime volte Mihail aveva fatto frustare o rinchiudere il giovane figlio, perché questi aveva disubbidito ad un ordine o mancato di rispetto al padre.

Gondegal , più giovane di Mihail di un anno solo, era il capitano delle guardie di Wheloon. Grandissimo combattente e stratega (20°lvl human fighter), aveva respinto tutte le invasioni e gli attacchi che nel corso degli anni avevano investito la città. Vero e unico mentore di Norman, è stato il suo maestro d'armi fino a 21 anni. Dopodiché, a seguito di gravissimi litigi e contrasti con il sovrano (Mihail temeva che Gondegal, molto popolare e amato dai soldati dell'esercito, volesse portargli via il trono con un colpo di stato), aveva deciso di abbandonare Wheloon, per cercare gloria altrove. Le cronache del Cormyr riportano le sue imprese ed egli è ricordato col nome di "The Lost King".

Selania (0°lvl human), era più giovane di Mihail di 6 anni. Poiché era una donna, il suo ruolo all'interno del governo della città era marginale; di carattere sinistro e invidioso, assetata di potere, ella ha sempre tramato affinché i suoi fratelli non avessero nipoti maschi, con lo scopo di porre un giorno sul trono di Wheloon uno dei suoi due figli: Karl, il maggiore e Hurlak.

Teomond (3°lvl human bard), era sempre stato un uomo debole e malaticcio. Più giovane di 9 anni rispetto al sovrano, era trattato senza rispetto e importanza dagli altri fratelli, egli dedicava tutto il proprio tempo alla pittura e alle arti musicali. Ebbe una figlia, Karen, ma non si seppe mai l'identità della madre, che molto probabilmente era una popolana di cui Teomond si era innamorato. Morì (c'è chi sostenne che fu avvelenato) all'età di appena 39 anni.

LA VITA di NORMAN

Fino a 13 anni: allevato fin da molto piccolo con rigore e severità, il piccolo Norman fin dai 6 anni dedicava il proprio tempo in parte allo studio (la madre pretendeva che si applicasse molto nell'allenamento memnmonico affinché potesse disporre in futuro di una mente sveglia e brillante) e in parte (in compagnia dei due cugini) all'apprendimento sul campo di tecniche di combattimento, strategia militare, equitazione, uso di armi di legno, e molte altre attività che gli venivano insegnate a volte dal padre, a volte dallo zio Gondegal oppure anche da altri uomini particolarmente esperti in specifici campi. Il giovane Norman, inoltre, era costretto dalla madre a passare parecchio tempo con padre Faldaron, chierico di Deneir, affinché apprendesse i dettami di giustizia e rettitudine indicati dal Dio della sapienza. Norman non amava molto passare ore e ore con quell'uomo severo e serio, anche se col passare degli anni aveva incominciato ad apprezzarlo sempre maggiormente: infatti, quando aveva un problema, se non poteva confidarsi con la madre, correva da Faldaron. Dal canto suo, il vecchio chierico amava molto Norman e lo considerava come un figlio, cercando di dargli consigli utili per la sua maturazione e crescita.

Dai 13 ai 16 anni : Mihail col tempo aveva finito per preferire Karl a Norman ed affidava al cugino più anziano i compiti di maggior responsabilità e prestigio. A Norman era invece affidato il comando di un piccolo manipolo di uomini, che dovevano semplicemente perlustrare la zona intorno a Wheloon per riferire poi della presenza di eventuali banditi o piccoli gruppi di mostri. Non era un compito particolarmente ambito e onorevole!

Intanto, il rapporto fra i due cugini diveniva sempre più teso; infatti Karl, tutte le volte che ne aveva l'occasione, faceva pesare a Norman il fatto di essere il preferito dal Re e il suo effettivo braccio destro; la tensione toccò il culmine quando Norman, insultato pesantemente da Hurlak, fratello minore di Karl, reagì violentemente, fratturando il naso e tre costole allo sfortunato cugino. Karl voleva vendicare il fratello uccidendo Norman, ma il sovrano intervenne nella diatriba decidendo di far frustare ogni tre giorni per 2 settimane Norman, di rinchiuderlo nelle prigioni per un mese e di retrocederlo a soldato semplice.

Il mese passato da Norman nelle prigioni, in compagnia solo del proprio dolore e della propria rabbia, temprarono ancor più il suo animo. Egli si ripromise di diventare uno dei guerrieri più temibili di tutto il Cormyr e, appena uscito, si dedicò anima e corpo all'addestramento militare e al potenziamento fisico. Chiese ed ottenne di poter entrare sotto il diretto comando di uno dei migliori guerrieri di tutti i Reami, suo zio: Gondegal.

Dai 16 ai 18 anni : l'addestramento sotto le direttive di Gondegal fu terribile. Più di una volta Norman fu sul punto di cedere e decidere di finirla con uno stile di vita durissimo e inflessibile. Ma ogni volta che intravedeva il sorriso altezzoso e beffardo di Karl o udiva gli insulti di Hurlak, ritornava sulle proprie decisioni e continuava gli allenamenti con maggior furore e decisione.

Gondegal lo trattava come uno qualsiasi dei suoi soldati e spesso lo umiliava anche in presenza dei peggiori tra essi. In questi anni passati sotto il comando dello zio, Norman imparò il rispetto, anche per i più miserevoli tra gli uomini, e soprattutto l'umiltà. Gondegal gli insegnò moltissime tecniche di combattimento: in campo aperto o al chiuso, alla luce e al buio, in salita o in discesa, ecc. Lo costrinse anche ad imparare a saper maneggiare armi diverse dalla sola spada lunga. Gli insegnò quasi tutti i propri segreti per il combattimento uno contro uno e in caso di battaglia contro più avversari.

A 18 anni : la madre Vidian, dopo alcuni mesi di sofferenza dovuti agli stenti e ad una malattia che la stava consumando ormai da anni, morì, lasciando Norman stravolto e disperato. Amava molto sua madre, che fin da piccolo lo aveva sempre difeso da Mihail, scatenando volutamente le ire del sovrano su di lei, per risparmiare il piccolo

Norman. Egli aveva cercato di alleviare la sofferenza della madre in tutti i modi e lei, in punto di morte lo aveva ringraziato con un sorriso e con alcune parole che Norman conserva tuttora nel proprio cuore.

"...mio unico e amato figlio.cerca di essere forte, perché io ti sarò sempre vicina e accompagnerò i tuoi passi...Ora, solo ora, in punto di morte, mi è consentito di vedere che la strada della tua vita sarà lunga e dolorosa.ma, Norman, il tuo sangue è forte e se riuscirai a resistere alle molte tentazioni a cui sarai soggetto, potrai vedere la luce in fondo al tunnel che apparentemente ti sembrerà senza uscita.E poi, quando sarai un grande guerriero, mi devi promettere che tornerai, che un giorno tornerai a Wheloon dove ti ho dato alla luce, tornerai per portare una rosa bianca sulla mia tomba, e tornerai a prenderti quello che ti spetta di diritto! Hai capito Norman? Hai compreso le mie parole? Me lo devi promettere!!...".

"Te lo prometto madre.".

"Ora vai, figlio mio, lasciami sola per qualche minuto.ho bisogno di riposare...addio, figlio mio.".

Norman, non comprese bene le parole della madre, ma se le stampò in mente con la convinzione che un giorno forse le avrebbe comprese pienamente. Vidian Lorener venne seppellita nel piccolo cimitero reale, dove erano seppelliti tutti i discendenti del capostipite Kriondar.

Dai 19 ai 21 anni : la morte della madre lasciò una profonda ferita nell'anima di Norman e questa si rimarginava molto molto lentamente. Egli divenne ancora più taciturno ed introspettivo e le uniche persone con cui riusciva ad esprimersi e a confidarsi erano il suo mentore e maestro d'armi Gondegal e Faldaron, il vecchio chierico di Deneir. Il grave lutto gli lasciò anche una profonda e irrazionale rabbia che il giovane guerriero scatenava durante le esercitazioni militari e negli allenamenti. Poi, nelle frequenti scaramucce con gruppetti di orchi o goblin, che saccheggiavano i villaggi nelle vicinanze di Wheloon, Norman si segnalava per la ferocia e la brutalità nei combattimenti. Un episodio in particolare lo rese temuto e rispettato tra i soldati di Gondegal: quando, sorpreso con pochi uomini in un' imboscata, da un manipolo di goblin quattro volte più numeroso, il giovane Norman, apostrofato dal capo di quelle creature con le parole (in un comune imperfetto ma comprensibile) "figlio di cagna" si gettò tra essi come un selvaggio, con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue, trucidandone quattro in pochi minuti e mettendo in fuga gli altri, che scappando gridavano "è un demone, è un demone!!". Egli, però, non pago, continuava ad infierire sul capo dei goblin, riducendolo ad un ammasso di poltiglia sanguinolento, finchè non venne fermato da uno dei suoi soldati. La notizia del suo atto di coraggio si sparse in tutta Wheloon e dopo che lui varcò le porte della città ricoperto di sangue incrostato dalla testa ai piedi, venne soprannominato "il sanguinario".

Intanto, le giornate passavano lente e i contrasti tra Gondegal e Mihail divenivano sempre più frequenti e violenti. Finchè, dopo l'ennesima dura discussione, Mihail fece arrestare il fratello e lo rinchiuse nelle prigioni del palazzo. La notte successiva, gli uomini fedeli al maestro d'armi lo liberarono e riuscirono a scappare da Wheloon, sebbene inseguiti per giorni e giorni dai soldati di Mihail, che era furente. Infatti, Gondegal prima di abbandonare la città era penetrato nella cripta di Kriondar ed era riuscito ad impossessarsi della "Corona Reale dei Riningham", uno dei due oggetti più preziosi del tesoro reale. Essa era appartenuta a Kriondar e si dice che possedesse grandi poteri, ma contemporaneamente portasse grandi sventure. Per questo, nessun successore l'aveva mai più indossata e veniva conservata insieme al "Corno Reale dei Riningham" nella cripta del capostipite, che la leggenda descrive come popolata da spiriti maligni e spettri.

In quella notte, Wheloon perdette la compagnia di guerrieri più abile dell'esercito, il miglior capitano e combattente di tutto il Cormyr e la corona. Fu un durissimo colpo.

Mihail chiese aiuto ai sovrani di Suzail e delle altre città vicine, per riappropriarsi del maltolto, ma con sua estrema sorpresa, dopo alcuni mesi, fu Gondegal che diede notizie di sé. Aveva radunato un esercito (mettendo insieme banditi, briganti, giovani avventurieri, ecc.) e aveva attaccato il Nord del Cormyr, riuscendo anche a conquistare Arabel, la seconda città più grande dopo Suzail.

Norman accoglieva con ampi sorrisi queste notizie, ma non approvava fino in fondo la condotta dello zio: non aveva senso uccidere innocenti, donne e bambini per conquistare un regno! E suo zio non era mai stato un assassino.

Poi, solo poche settimane dopo l'insediamento di Gondegal ad Arabel, in una grande battaglia il suo esercito venne sconfitto e disperso. Alcune voci, lo davano però ancora vivo e in fuga verso le montagne con un piccolo drappello di soldati fidati. Se era stato ucciso, comunque, il suo cadavere non fu mai ritrovato, e neppure la corona.

Per tale ragione, da allora, fu soprannominato "The Lost King".

Dai 21 ai 26 anni : dopo la scomparsa di Gondegal, Norman si rese conto di aver perduto l'uomo che più di tutti si era avvicinato ad essere per lui una figura paterna. Anche Faldaron era un amico sincero, ma gli voleva troppo bene e ormai stava diventando molto vecchio, quindi Norman passava sempre meno tempo col saggio chierico di Deneir. Contemporaneamente, il rapporto col padre peggiorava di giorno in giorno e Norman preferiva passare più giornate possibili fuori da Wheloon con i propri soldati a dare la caccia a mostri o briganti. Intanto, però, il suo carattere peggiorava e la propria rabbia andava aumentando di pari passo. Anche i suoi soldati cominciavano a temerlo dopo che in un combattimento contro un gruppo di orchi, Norman in preda all'esaltazione della battaglia aveva ucciso anche uno dei suoi, non avendolo riconosciuto come "amico".

L'episodio costò a Norman molti giorni di prigione e molte frustate, ma ciò contribuì solo a renderlo ancora più furente.

I propri cugini lo temevano e cercavano di evitarlo il più possibile; Karl cercava da tempo di convincere il Re della pazzia del figlio e sosteneva che era necessario allontanarlo da Wheloon prima che Norman, in un impeto d'ira potesse assassinare qualcuno a corte, compresi loro.

L'occasione propizia per l'astuto cugino, si presentò, quando, in seguito alla rottura del trattato commerciale con alcune città del Reame di Sembia, i soldati di Wheloon inviati per riappropriarsi dell'importante centro commerciale occupato, vennero sconfitti con rovinose perdite. Allora il Re (dietro suggerimento di Karl) poiché aveva bisogno del tempo necessario a preparare un contingente di parecchi uomini, decise di inviare un manipolo di guerrieri sotto il comando di Norman. Riaffidava, dunque, dopo molti anni, al figlio il comando di una compagnia di guerrieri, anche se mercenari. Norman era conscio della pericolosità della missione, ma accettò gli ordini del proprio Re (e padre) in rigoroso silenzio. L'unico suo gesto, quando venne congedato, fu uno sguardo lanciato a Karl, che lo stava guardando con un sorrisino soddisfatto: dal suo volto però scomparve subito quell'espressione di ilarità per lasciar posto ad un volto terrorizzato e improvvisamente pallido; ebbe quasi un cedimento e i suoi servi prontamente lo sorressero trasportandolo nelle proprie stanze. Ancora oggi Karl si sveglia urlando di notte, mentre nei propri incubi rivede la scena: il volto di Norman che si gira verso di lui, con uno sguardo che rappresentava una pura e semplice promessa di condanna a morte.

A 26 anni. La morte di Norman. A capo di un contingente di circa 200 uomini, Norman doveva cercare di riconquistare alcune posizioni strategiche nelle vicinanze del centro commerciale attaccato dai sembiani e difenderle in attesa dell'esercito in arrivo da Wheloon. Una missione molto difficile, perché le informazioni giunte dai pochi sopravissuti quantificavano gli uomini di Sembia in circa 2500 unità.

Lo avevano mandato a morire.

Il giovane principe era conscio di ciò, ma stava accettando la missione con stoicismo e spartano fatalismo. Intendeva combattere fino alla fine con onore e infliggere il maggior numero possibile di perdite al nemico. Gondegal gli aveva insegnato ad accettare ciò che il fato aveva previsto per lui, positivo o negativo che fosse. Se il suo destino fosse stato quello di morire in battaglia contro i sembiani, voleva almeno che tale azione fosse ricordata come un atto valoroso ed eroico. E voleva portarsene nella tomba il più possibile.

Così, nei due mesi successivi alla partenza da Wheloon, Norman applicando tutti gli insegnamenti di strategia militare impartitigli da Gondegal, riconquistò due importanti avamposti e tenne in scacco i sembiani fino al sopraggiungere dell'inverno che placò per qualche tempo le scaramucce e i continui assalti.

Le abbondanti nevicate impedirono però anche all'esercito di Wheloon di raggiungere gli uomini di Norman, che rimasero così completamente isolati.

Gli eventi precipitarono quando qualche settimana dopo, sciolta in parte la neve, i sembiani portarono un massiccio attacco alla torre occupata da Norman e da circa un centinaio dei suoi soldati. Questi, dopo aver subito molte perdite, furono costretti ad una sortita, perché con l'aiuto di proiettili incendiari e di un mago, i sembiani avevano appiccato il fuoco all'interno della torre. Norman e i propri soldati sapevano di incorrere in una morte certa, ma senza darsi per vinto, il giovane guerriero riuscì a condurre un manipolo dei suoi fino al fiume Dragonsmere, distante circa un chilometro.

Qui, però, furono sorpresi da un altro contingente di soldati sembiani che non diedero loro tregua, finchè, alzatasi un'improvvisa nebbiolina, Norman nella confusione della battaglia si ritrovò solo, circondato da tre sembiani. La nebbia si stava infittendo sempre più, e l'unico rumore che si avvertiva era lo sciabordio del fiume e le grida di dolore di qualche moribondo nelle vicinanze. Norman, ferito solo leggermente ad un braccio, pose l'attenzione su coloro che l'avevano circondato. Non sembravano guerrieri particolarmente esperti. Il primo alla sua destra, un umano basso e leggermente gobbo, era senza dubbio un chierico di Torm, come dimostrava il simbolo sacro posto ben in vista sulla cotta di maglia; egli lo stava guardando con rassegnazione e misericordia: sicuramente non sarebbe stato il primo ad attaccare.

Il secondo, di fronte a lui, sembrava uno spadaccino: di bell'aspetto, il giovane indossava vestiti di buona fattura, un cappello piumato, un'armatura di cuoio e impugnava una sabre nella mano destra e un rapier nella sinistra. Sembrava sapere il fatto suo, ma dietro quell'aria spavalda i suoi occhi tradivano in parte timore e in parte pietà per l'avversario ormai senza scampo. Il terzo, quello che lo stava preoccupando maggiormente, era un mezz'elfo senza armatura e armi in vista, ma con alcune borse aperte alla cintura, da cui stava selezionando con cura alcuni ingredienti: un mago! Il suo sguardo era fermo e concentrato e i suoi occhi color ghiaccio non lasciavano intravedere nessuna forma di pietà o misericordia. Il primo attacco sarebbe giunto sicuramente da quest'ultimo.

Norman posizionò impercettibilmente il peso del proprio corpo sulla gamba sinistra, pronto a spiccare un balzo verso il mezz'elfo per impedirgli di effettuare l'incantesimo per il quale stava selezionando il materiale. Intanto, la nebbia aumentava di intensità e ora anche i suoni della battaglia e del fiume che scorreva a poche decine di metri si stavano attenuando. In pochi attimi, mentre anche i tre che lo circondavano si stavano accorgendo della strana situazione, la visibilità scomparve del tutto. E così suoni e rumori. Norman preso dal panico provò a parlare e guardarsi intorno: non udiva la propria voce e non vedeva neanche più i due uomini e il mezz'elfo che fino ad un attimo prima erano stati ad un paio di metri da lui.

Egli avanzò allora di qualche passo con la spada in pugno. Poi, dopo un arco di tempo difficilmente quantificabile ricominciò ad udire dei suoni; diversi dai precedenti. Incomprensibili. La nebbia ora cominciava a diradarsi. Si intravedevano forme contorte, qualche movimento.

All'improvviso la nebbia scomparve.

I suoni dell'ambiente in cui si trovava lo investirono in pieno, facendogli girare la testa e provocandogli una fitta dolorosa alla tempia. Lasciata cadere la spada ,si appoggiò ad un tronco marcito di un albero.

Si trovava in una palude!

Guardandosi intorno vide anche i due umani e il mezz'elfo: erano sconvolti quanto lui e lo stavano guardando come se volessero porgli la stessa domanda che si stava ponendo lui stesso.

Dove erano finiti?

Se vuoi saperne di più sui segreti di Norman, leggi prima il Capitolo 18 bis, la confessione e poi le memorie di Darkart Riningham.