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Gli special

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27-12-2005 - Capitolo 22 - Wheloon

La navigazione procede spedita col favore dei venti e delle correnti orientali, così il 25 di alturiac l'imbarcazione è già allo stretto chiamato "The Neck".

La sera del 25, Norman è in piedi sul ponte della nave, assorto nei suoi pensieri, con lo sguardo rivolto a nord, verso la costa Sembiana alle porte del Cormyr.

".il vento e la salsedine vi sferza il viso, la nave procede veloce verso il reame di Cormyr e al crepuscolo, mentre l'equipaggio si sta preparando ad accendere le lanterne per la navigazione notturna, notate Sir Norman in piedi appoggiato ai fianchi di legno consunto della barca. egli ha lo sguardo rivolto a nord, guarda verso la costa che si scorge grazie agli ultimi attimi di luce ad alcune miglia di distanza. vi avvicinate al possente guerriero, che neanche si accorge della vostra presenza. il suo sguardo, mentre ormai gli ultimi barlumi di luce scompaiono, è posato verso terra e anche voi dirigete lo sguardo in quella direzione. subito iniziate a scorgere alcuni puntini di luce che si stanno come materializzando dal nulla nella notte. l'effetto è divertente e scenografico e pensate si tratti di una cittadina nell'entroterra di quello che secondo voi dovrebbe essere la piana ad ovest del reame di Sembia, la zona che separa il Sembia dal Cormyr. ma i puntini luminosi continuano ad accendersi ed ad accendersi, finchè non riuscite a capire quale città sia così estesa in quella piana. poi. notando la smorfia preoccupata del legittimo Re di Wheloon. un brivido di paura vi corre lungo la schiena... quelle sono le luci dei fuochi di un esercito immenso, un esercito che si trova a pochi giorni di viaggio da Wheloon! Occorre fare molto, molto in fretta."

Il terribile spettacolo viene osservato anche dagli sbalorditi compagni e da tutto l'equipaggio. Il capitano della nave, commenta: "Da giorni non incontriamo neanche una nave, cosa alquanto strana, adesso questo esercito. C'è aria di guerra."

Lo sguardo di Norman si fa ancora più cupo, e Matias, che sognava avventure e duelli di cavalieri scintillanti, inizia a temere di trovarsi invischiato in una guerra sanguinaria con poche o nessuna speranza di vittoria.

La mattina del 26, la nave attracca in un piccolo molo di un villaggio a est di Maersember, un borgo di una ventina di case abitate da pescatori. I cinque cercano una stalla dove noleggiare o acquistare dei cavalli, ma nel villaggio non ce ne sono. Non resta che incamminarsi a piedi, visto che il fiume non è navigabile se non con chiatte sospinte da lunghe aste che risultano più lente di un uomo a piedi, ma sono utili per trasportare grossi carichi. Durante il cammino incrociano un vecchio che sta discendendo il fiume su una chiatta, ed è l'unica persona che incontrano nella giornata. A metà giornata, lungo la strada, affisso ad un albero, trovano un foglio atto ad indicare che da quel punto si entra nel territorio sotto la giurisdizione di Wheloon e vi sono elencate le esorbitanti tassazioni che gli abitanti sono costretti a versare al Generale Hurlack.

Verso sera, arrivano ad un piccolo villaggio, si fermano di fronte alla locanda del paese quando un tizio li adocchia: "Jurgan! Vecchio amico mio! Che piacere rivederti, lascia che ti offra da bere". Jurgan lo implora di parlare piano perché teme che qualcuno possa riconoscerlo, ma il vecchio oste Toni è un tipo un po' svitato e non raccoglie, probabilmente non sa neanche che Jurgan è un esiliato. Toni invita tutti in taverna a mangiare, e Matias, comincia ad allietare il locale con le sue musiche; ben presto il locale diventa affollato e pieno di allegria.

Il Risarcitore però, ha notato un ragazzo che sembrava un po' troppo interessato ai nuovi arrivati. Così decide di rimanere all'esterno della taverna per tenerlo d'occhio. Passati alcuni minuti, decide di andare a "parlargli", quand'ecco entrano in paese cinque soldati a cavallo. Le uniformi li identificano come mercenari al servizio del Re di Wheloon. Il ragazzo corre incontro ai cinque, e rivela loro dell'arrivo dei cinque amici. Per fortuna evita di menzionare il nome di Jurgan che poteva essere compromettente. I cinque impastoiano i cavalli ed entrano in taverna, dove la baldoria è all'apice, ma appena gli avventori si accorgono della presenza dei soldati, il silenzio piomba nel salone. Quello che pare essere il capo dei soldati si dirige deciso verso Matias: "Ehi tu, musico, smetti immediatamente di cantare. A Wheloon non ci piace la musica: è vietata."

"Mi dispiace sono appena arrivato da nord e non conosco le usanze del posto" risponde il bardo.

"Da dove vieni esattamente e dove sei diretto, bardo" domanda il mercenario.

"Vengo da Ironfang Keep, molto a nord, sono di passaggio e pensavo di fermarmi a Wheloon che è la città più grande della zona."

"A Wheloon non ci piacciono gli stranieri e i musici. Evita di fermarti e continua per il tuo viaggio" ingiunge il mercenario, e Matias non replica lasciando al soldato l'ultima parola. Poi i cinque soldati si siedono ad un tavolo e ordinano da mangiare.

Intanto all'esterno il Risarcitore sta rubando i cavalli dei soldati e li porta sul retro della locanda. Alla spicciolata, Matias, Alatias, Jurgan ed infine Norman escono dalla locanda e si ritrovano sul retro con Stingary. Partono al galoppo e in meno di due ore sono a Wheloon, quando però il sole è già tramontato e le porte della città sono già chiuse. Per non pernottare all'aperto, i cinque trovano un riparo in una fatiscente locanda nel sobborgo dei pescatori che si trova al fiume al di fuori delle mura.

La mattina 27 di alturiac, i cinque decidono come entrare in città, e considerato che Norman e Jurgan non devono essere riconosciuti, Matias effettua su di loro l'incantesimo di invisibilità, e sotto una insistente pioggerellina, si dirigono alla porta sud della città. Le porte sono ipersorvegliate da una decina di guardie ciascuna (mercenari), e quando sembra essere filato tutto liscio, una di esse intima l'alt al Risarcitore: "Come ti chiami e perché vieni a Wheloon".

"Mi chiamo John Sensation, e vengo per comprare il famoso branzino di Wheloon." La guardia non sembra molto convinta e insiste: "ma il branzino che si trova in questo mercato non viene pescato a Wheloon, dunque perché vieni a Wheloon?"

Il Risarcitore spazientito risponde: "Io sono un buongustaio e intenditore di pesce. Un amico mi ha consigliato di venire a Wheloon per assaggiare il favoloso branzino che vi si trova. E così eccomi qua."

"Va bè, puoi entrare, ma non mi hai convinto, ti terrò d'occhio". Intanto Norman e Jurgan guardandosi in giro, stentano a riconoscere la loro città, che era piccola ma fiorente, adesso invece è piena di povertà e il clima che si respira è pesante.

".la città dove sei nato (Norman) ti sfreccia davanti agli occhi mentre passeggi tra le vie e le piazze cercando di non dare nell'occhio insieme ai tuoi compagni.all'improvviso vieni invaso dai ricordi, da ricordi che pensavi di aver definitivamente cancellato dopo i lunghi anni passati nel regno dei morti e del terrore e che ora riaffiorano vivi e tangibili! Noti un negozio, dove andavi quando avevi poco più di 10 anni ad assaggiare spezie e cibi che giungevano da Waterdeep.ora è chiuso: l'insegna giace per terra tra la polvere della strada. Passi furtivo attraverso una piazzetta che ti ricordavi piena di alberi e con una fontana da cui sgorgava un'acqua cristallina.non rimane che un cane spelacchiato che lecca inutilmente dalla fontana nella speranza di avere una goccia d'acqua e un mendicante appoggiato alla parete di una casa, lì nei pressi. La sporcizia e i rifiuti giacciono negli angoli delle strade dando l'impressione di una città fatiscente e allo stremo.

Vedi volti di persone che ti passano di fianco senza nemmeno alzare gli occhi: alcuni sono tristi, altri infuriati, altri sono coloriti e giulivi dall'abuso di alcool, ma per la maggior parte sono visi senza alcun tipo di luce e speranza per il futuro.

Questa non è più la città che conoscevi, la città che pur sotto il comando duro e severo di tuo padre e dei suoi avi prosperava ed era abitata da persone stanche per il duro lavoro ma orgogliose di lavorare per la gloria della città stato dove erano nati.

Una grande rabbia si fa strada dentro di te! Tutto questo è opera di Karl che per arricchirsi ha vessato i cittadini così tanto da ridurli in questo stato. E' giunta l'ora di riprendersi quello che è tuo e di rispettare la promessa fatta a tua madre in punto di morte!!".

I cinque si dirigono immediatamente al tempio di Deneir, dove Norman spera di ritrovare il vecchio Padre Faldaron, che è stato il suo mentore e che sicuramente li avrebbe accolti ed aiutati. Ad accoglierli vi è invece un sospettoso sacerdote che decide di aprire i numerosi catenacci della porta del tempio, solo dopo che gli è stata promessa un'offerta in denaro. Il chierico comunica loro che Padre Faldaron è morto 7 mesi prima, ma i cinque decidono di rivelarsi comunque al chierico dissipando l'invisibilità di Norman e Jurgan; purtroppo però egli non riconosce Norman (15 anni fa era un ragazzino) e non c'è modo di convincerlo ad aiutarli. I cinque se ne vanno dopo aver avuto la parola del sacerdote che non avrebbe rivelato a nessuno ciò che aveva appreso. Decidono così di provare alla casa del vecchio mago Kelvenar, anch'egli un possibile alleato, ma il mago non risponde neanche all'insistente bussare, mantenendo fede a quanto detto dal chierico di Deneir, il quale aveva raccontato che è ormai mezzo matto, non esce mai dalla sua dimora, e non vuole parlare con nessuno. La porta è chiusa magicamente e tutti i tentativi di forzarla vanno a vuoto, poi il gruppetto dei cinque si sparpaglia a causa del sopraggiungere improvviso di una pattuglia di guardie, mentre Matias si siede per terra fingendo di fare elemosina. "Che fai lì straccione?" intima in malo modo una delle guardie. "Mi trovo a corto di denaro e speravo nella generosità degli abitanti di Wheloon, io sono solo di passaggio, vengo da nord" risponde Matias. "E allora torna a nord. Non vogliamo mendicanti a Wheloon, è vietato chiedere l'elemosina. Vattene via straccione!" Il soldato chiude la questione prendendo a calci il malcapitato bardo che scappa a capo chino. I cinque si riuniscono così davanti al tempio di Ilmater, nella speranza che almeno il vecchio Reiko Dall, sia disposto ad accoglierli ed aiutarli.

La porta del tempio è aperta, e un accolito coperto di piccole ferite (Ilmater è il dio della sofferenza) viene ad accoglierli: "Buon giorno viandanti, cosa vi porta nella dimora di Ilmater?"

E' Norman a rispondergli: "Sono un vecchio amico di Reiko Dall, ero da queste parti e ho deciso di venire a trovarlo. Devo portargli una testimonianza di immane dolore che ho vissuto negli ultimi dodici anni".

"Le tue sono intenzioni davvero nobili e sincere. Vado immediatamente a chiamare il sacerdote".

Pochi minuti dopo, un vecchio calvo, pieno di ferite, e che lascia impronte sanguinolente mentre cammina, viene ad accoglierli. "Salute a te Reiko" interviene Jurgan, "che ci fai qui Jurgan? Non è più un posto sicuro per te questa città" domanda preoccupato il chierico. "Lo so, ma sono venuto per cambiare le cose, guarda chi ho portato con me, lo riconosci?"

"Santo cielo, ma tu sei Norman, allora Padre Faldaron aveva ragione. In punto di morte mi ha detto che era sicuro che tu non eri morto e che saresti tornato per riprenderti quanto ti spetta di diritto. Venite, vi ospiterò qui al tempio".

Durante una lunga chiacchierata, Reiko rivela che negli ultimi mesi Re Karl si è attorniato di alcuni consiglieri particolari, personaggi loschi che hanno portato quantità di denaro per rimpinguare le casse e permettere a Karl di continuare a pagare tante truppe mercenarie. Inoltre afferma che il mago Kelvenar è in possesso di un documento redatto da Padre Faldaron in punto di morte, che deve consegnare a Norman qualora avesse fatto ritorno.

I cinque, all'imbrunire, si infilano nelle fogne della città nella speranza di trovare un accesso alla casa del mago che non sia sbarrato magicamente. Grazie all'aiuto di un topo che Alatias si è fatto amico, giungono sotto ad uno scarico chiuso da una grata. Il tombino viene sollevato e i cinque si infilano in casa. Passata qualche porta, arrivano in una stanza dove vi è una massiccia porta, e vicino ad essa, sul pavimento, il foglio che contiene il messaggio che i cinque avevano fatto passare sotto la porta nella speranza che il mago decidesse di leggerlo.

Proprio in quel momento, il mago sbuca da dietro e illumina la stanza con un potente incantesimo: "Chi siete intrusi?". Purtroppo però le cose non vanno nel modo sperato, Kelvenar non riconosce Norman, che lui crede morto, e non si lascia convincere in nessun modo. Dopo svariati minuti di inutili tentativi, il mago spazientito dice: "Colui che io conoscevo come Norman il sanguinario aveva determinate cicatrici sul corpo, in particolare una procurata da un combattimento con un gruppo di orchi, ecco, fammi vedere queste cicatrici se vuoi che io ti creda". Norman si libera di armatura e vestiti, pur essendo molto dubbioso: dopo tanti anni e innumerevoli ferite anche quasi mortali, non sarebbe stato facile riconoscere quelle così vecchie.

Invece Kelvenar si ricordava molto bene di alcune di esse e le riconosce sulla pelle di Norman. Consegna così a Norman la lettera di Padre Faldaron, ma sottolinea il fatto che lui resterà fuori dal conflitto che si scatenerà. Consiglia inoltre di fare attenzione al nuovo mago di corte, un suo ex apprendista che pur non essendo molto esperto, è in possesso di alcuni pericolosi oggetti magici che sono stati confiscati proprio al vecchio mago.

La lettera è una richiesta di Padre Faldaron:

Caro ragazzo. le nubi si addensano sempre più dense sopra la nostra testa. E' ormai tempo che tu riprenda possesso di quello che ti spetta dalla nascita. Io so che non sei perito, so che hai affrontato un lungo viaggio, so che hai superato molte difficoltà ma so che stai ritornando per riabbracciare il tuo popolo e per rispettare la promessa fatta a tua madre e questo mi riempie di gioia e di serenità.

Prima di rivendicare il tuo trono però avrai bisogno di riacquistare il simbolo della tua stirpe e quindi ti chiedo come ultimo desiderio di venire a pregare sulla mia tomba, molto, molto vicino alla mia tomba perché Deneir ti illumini nella ricerca.

Addio figliolo mio, che Deneir ti protegga.

Il tuo mentore, Padre Faldaron

Il mattino seguente, l'ultimo giorno di alturiac (febbraio), al sorgere del sole Norman e gli altri (escluso Jurgan che teme di essere riconosciuto) vanno al cimitero, Norman si inginocchia sulla tomba ma sembra non notare nulla, Alatias invece spinge Norman ad inginocchiarsi piegando la schiena fino a portare il petto a sfiorare le ginocchia. I primi raggi del sole mattutino vanno così a illuminare la lapide rivolta esattamente ad est, e Norman nota un brillantio nella lettera "O" sulla lapide. Grattando con le dita si accorge che vi è qualcosa di luccicante incastonato, grattando ancora più decisamente riesce ad estrarlo. Si tratta dell'anello dei Riningham, quello appartenuto al padre Mihail, dato che quello di Norman andò perso a Castle Avernus nel demiplane of Dread, quando il malvagio lich Azalin li privò di tutti i loro averi.

Un altro tassello del mosaico è così andato al suo posto.

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