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The History of the Survivors - Chapter 4 - Il furto

La stessa notte in cui Jalavier esausto decide di riposare all’interno di Castle Crag, cioè il 12 di Nightal, ad Arabel, Sir Norman giace in un sonno profondo e pieno di pace.

Il poderoso guerriero sta diventando più forte giorno dopo giorno e ha anche incominciato ad alzarsi per pochi minuti dal letto, con le proprie forze. I chierici sono speranzosi che si possa riprendere completamente in poco più di un mese.

Verso le 2 del mattino il tempio di Torm è ancora avvolto nel silenzio ed è disturbato solo di tanto in tanto dal passo lento di un cavallo, che, esausto, trascina un carro pieno di mercanzie da vendere il giorno seguente al mercato cittadino. Tutti i chierici sono nelle proprie stanze, ma anche se qualcuno di essi fosse stato sveglio, non avrebbe fatto caso all’ombra silenziosa e sfuggevole che si aggira per i corridoi del piccolo edificio, apparentemente, in cerca di qualcosa. O di qualcuno.

Entrata nell’edificio dopo aver abilmente forzato un lucernaio posto sul tetto, e dopo aver raggiunto il piano terra, in cui si trovano la cucina, i magazzini, una piccola area dedicata alla preghiera e un grazioso giardinetto interno e in cui alloggiano i preti di minor rango e gli eventuali ospiti presenti, la figura si ferma di fronte ad una normale porta di legno scuro. Dopo aver velocemente verificato che quest’ultima non fosse chiusa dall’interno, estratto un sottilissimo pugnale, la figura si infila nella camera che ormai da qualche tempo ospita Sir Norman Riningham.

I chierici che poche ore dopo, ancora stavano riposando, vengono svegliati da urla di rabbia, che riecheggiano per tutto il tempio. Toromal stesso, preoccupato per la sorte dei suoi fratelli, si precipita al piano terra, dove, invece di vedere il demone evocato da un mago malvagio, che si aspettava, si trova di fronte ad un uomo con lunghi capelli neri, molto magro, e dall’espressione truce e determinata che, reggendosi in piedi a fatica continua a urlare :”..dove sono le mie armi? …dove le avete portatee!?…maledetti chierici!…”.

Dopo aver calmato Sir Norman, anche perché il guerriero dopo gli sforzi fatti aveva perso i sensi per alcuni minuti, Toromal gli spiega che le sue armi (mancano Belarius, la lama con le rune e tutte le altre armi possedute da Norman) erano state lasciate appositamente con lui su richiesta di Duncan, che ne aveva descritto le proprietà magiche e il grande valore.

Appurato, dopo alcune ricerche, che le armi non si trovavano nel tempio e che nessun chierico era uscito durante la notte, un giovane adepto arrivato correndo e col fiatone comunica a Toromal e Norman che vi sono segni di scasso nel lucernaio sul tetto: le armi sono state rubate!

Dopo aver rimuginato a lungo su chi potesse aver interesse a rubare alcune armi, seppur di grande valore, rischiando di penetrare in un tempio con una cinquantina di chierici all’interno, Toromal giunge infine alla stanza di Norman. Sobbalzando per lo stupore, vedendo il cocciuto guerriero cercare con sforzi immani di infilarsi l’armatura, si precipita per cercare di fermarlo. Norman, sudando copiosamente, lo allontana e fa finta di non sentire le considerazioni del vecchio chierico sul suo stato di salute e sulla sua debolezza: deve ritrovare le sue armi. Riuscito finalmente a infilarsi la pesante armatura, impugnato un martello fattosi portare da un chierico poco prima, Sir Norman getta uno sguardo di sfida verso Toromal, che con un’espressione sempre più preoccupata lo sta osservando senza più parlare, ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle; dopo pochi secondi Toromal sente un pesante tonfo, come di metallo buttato a terra, e le grida di aiuto di alcuni chierici. Norman è svenuto di nuovo.

Ritrovatosi a letto, dopo aver dormito per molte ore, Norman si rende conto di non essere ancora in grado di andare a cercare il ladro delle sue armi. Ora però è abbastanza forte per iniziare a riallenare i muscoli, indeboliti da questi mesi di completa inattività; mentre sta incominciando a ideare un piano di allenamento graduale, per permettergli quantomeno di camminare agevolmente e impugnare un’arma, la porta della sua stanza si apre ed entra Toromal, con il volto illuminato da un grosso sorriso.

Il vecchio riferisce a Norman che è in città il più famoso cacciatore di ladri del Cormyr; un uomo, che raramente mostra il suo volto, e che viene chiamato “il risarcitore”, perché nessuno conosce il suo vero nome. Toromal continua, raccontando che il risarcitore ha in passato lavorato per il tempio di Torm, quando era stata rubata la santa reliquia nell’inner sanctum, da parte di un gruppo formato da ladri e chierici di Baal, e, quindi, proverà a contattarlo e a convincerlo a recuperare le armi rubate. Il chierico, però, sa che al risarcitore non piace rimanere troppo a lungo nella stessa città, e che la “parcella” per un suo lavoro è altissima e spesso chiede di essere ricompensato con oggetti magici; Toromal sa, però anche, che il risarcitore potrebbe essere incuriosito dalla storia di Norman e, annoiato dai soliti mercanti o maghi disperati per il rapimento di una figlia o per una pergamena rubata, potrebbe anche decidere di aiutare il rude guerriero.

Intanto, la mattina del 15 di Nightal, Norman comincia ad allenarsi: chiede e ottiene di poter usufruire del giardinetto interno all’edificio per i primi esercizi di ginnastica e per correre. Il guerriero non si risparmia e per i 3 giorni successivi, dopo essere svenuto un paio di volte, si allena per anche 5 ore al giorno.
Il 19 inizia a sollevare anche qualche peso, infatti di buon mattino aiuta i chierici a scaricare i carri delle provviste che quotidianamente riforniscono il tempio e a riporli nel magazzino.

La forza di volontà di Norman è ferrea: si sostituisce anche ai chierici addetti all’approvvigionamento dell’acqua dal pozzo, tirando fuori decine e decine di pesanti secchi.

La sera del 20, quando esausto si sta per coricare, sente un leggero colpetto alla porta. Rispondendo di entrare, aspettandosi Toromal che come tutte le sere gli porta un unguento da spalmare sui muscoli indolenziti, Norman sobbalza e cercando di impugnare un’arma che non c’è, si alza da letto in posizione difensiva. Nella stanza, infatti è entrato un uomo dalla statura non facilmente decifrabile, a causa della posizione semi-ingobbita e del lungo mantello marrone scuro che lo avvolge quasi completamente. Si notano solo l’impugnatura di una spada allacciata al fianco e le mani, una delle quali è avvolta in lacci di cuoio e tela. Da dietro all’uomo giunge, poi, Toromal che, rivolgendosi a Norman, dice:”..non ti allarmare, questo è l’uomo di cui ti avevo parlato. Ora vi lascio soli, avrete sicuramente di cui discutere…”.

Richiusa la porta alle proprie spalle, Toromal sorride, sentendo la prima frase pronunciata dal suo misterioso amico da quando pochi minuti prima era giunto al tempio:
”...guerriero, raccontami la tua storia”.

La situazione fisica di Norman, ripresosi dal “coma”:
STR 7 DEX 8 CON 9
HP 88 (115 meno il bonus di costituzione)
AC 10
Peso: 60 kg

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