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The History of the Survivors - Chapter 7 - Il Ritorno degli amici

Partiti dal villaggio il mattino del 24 di Nightal, in una giornata particolarmente fredda, ma caratterizzata da un cielo di un azzurro intensissimo, Duncan e Jalavier impiegano circa 10 ore di cammino per ritornare sulla strada principale che, attraversando il passo degli gnoll, collega il Cormyr con le Stonelands.
Proprio, però, nel momento in cui stanno per uscire dal sentiero in mezzo al bosco, i due compagni si voltano all’indietro, allarmati dalle grida di un uomo, che sta scendendo verso di loro di corsa dal sentiero appena percorso.

Jalavier allenta, però, quasi subito la presa sul manico di Crusader e Duncan abbozza un sorriso, quando i due amici riconoscono l’uomo che sta venendo loro incontro e decifrano le parole che sta gridando: “Aspettatemi!! Ho deciso di prendermi una vacanza! Vengo con voi!”. Alatias, affaticato e sudato per la corsa, ha quindi deciso di accettare il loro invito.

I tre uomini continuano il loro viaggio a buon ritmo e Alatias spiega ai due nuovi amici i motivi della sua decisione. Lo hanno spinto ad abbandonare la montagna, da una parte la solitudine e anche la curiosità di vedere città e terre sconosciute, e dall’altra il fatto che dopo aver sconfitto la banda di giganti e ogre, ora quella zona è relativamente sicura.

Durante i giorni successivi, che scorrono serenamente e senza incontri spiacevoli, Duncan e Jalavier discutono del persistente silenzio delle rispettive divinità nei loro confronti. Gli incubi vanno e vengono ed è Duncan ad esserne maggiormente afflitto. La notte del quarto giorno, caratterizzata da un vento partircolarmente freddo e tagliente, Jalavier, durante il proprio turno di guardia, mentre Duncan dorme accanto al fuoco, confida ad Alatias i propri timori. Il giovane umano sembra comprendere a fondo il disagio del paladino e dopo averlo confortato e rassicurato, gli suggerisce di guardare dentro sé stesso per trovare la risposta giusta. “E se non fosse stato il tuo Dio ad abbandonarti?” - gli domanda il giovane umano dopo quasi un’ora di discussione - “E se fossi tu che non nutri più in lui la stessa fiducia? Pensaci Jalavier, magari Balder sta aspettando che sia tu a riabbracciarlo…” - conclude Alatias, avvolgendosi, poi, nelle coperte e posizionandosi più vicino al fuoco per dormire, ponendo, così, fine al loro dialogo.

Jalavier continua a ripetere nella sua mente le ultime parole pronunciate da Alatias e fissando il fuoco si immerge in profondi pensieri. Il giorno seguente, i tre uomini più silenziosi del solito, continuano il viaggio.

Hanno da poche ore superato Castle Crag, quando vengono sorpresi da una violenta tormenta di neve. Decidono di procedere ugualmente e all’imbrunire, stanchi e bagnati, si riparano tra due sporgenze rocciose, che offrono una leggera protezione dal vento e permettono di accendere un piccolo fuoco. Qui Jalavier, nel proprio turno di guardia riflette ancora sulle parole di Alatias della notte precedente:“E se Alatias avesse ragione? Se fossi io ad aver perso fiducia nel potere di Balder e non Lui a negarmi i suoi favori…? Non mi sembra, infatti, di aver compiuto nessun’azione offensiva nei confronti del mio Dio…quindi la tesi di Alatias potrebbe anche essere corretta…ma come faccio ora a rimediare a questa situazione?…” .

Concentrato totalmente su tali pensieri e riflessioni, il paladino si accorge solo troppo tardi di due occhi rossi, che dal buio, a pochi metri di distanza, lo stanno osservando. Pochi istanti dopo, nel lasso di tempo in cui Jalavier riesce solamente a gridare per svegliare i propri compagni, un grosso lupo dal pelo grigiastro gli piomba addosso. Svegliati di soprassalto dall’urlo del compagno, Duncan e Alatias reagiscono. Il giovane umano è il più veloce e sguainata la spada larga si avventa sul lupo che sta lottando con Jalavier. Duncan, intanto, raccolto il pesante martello, dono di una creatura extraplanare, prima della battaglia finale al castello di Strahd, intercetta un secondo lupo che sta avanzando verso Alatias. Con la coda dell’occhio, il basso chierico nota, però, con preoccupazione altre sagome nell’oscurità a poche decine di metri da loro. Intanto, Jalavier, da terra, dopo aver ricevuto due morsi al braccio sinistro, riesce a colpire più volte l’animale al ventre con calci e pugni. Ma, dopo alcuni istanti, durante i quali altri 3 lupi si stavano avvicinando ringhiando, improvvisamente i cinque animali si allontanano di alcuni metri. Alatias, con la spada nel fodero, e all’apparenza tranquillo e rilassato, si avvicina al primo del branco e accarezzandolo si rivolge ai due compagni allibiti :” non c’è bisogno di combattere, sono creature della natura…hanno solo fame…ho detto loro che gli avremmo dato del cibo! Tanto, ne abbiamo in abbondanza e per arrivare ad Arabel mancano solo pochi giorni, no?” .

Dopodiché, il giovane guerriero preso un buon quantitativo di carne secca dal proprio zaino, la porge ai lupi, che subito si abbuffano. Terminato il pasto, i cinque animali si allontanano silenziosamente nella notte e si dileguano, così come erano giunti.

Stupiti dalle capacità del loro giovane compagno, Duncan e Jalavier esaminano le due ferite sul braccio di quest’ultimo. Non sono profonde, e il chierico dopo averle pulite, le benda con cura: guariranno in circa una settimana.

Ripreso il viaggio, la mattina del 28, i tre uomini procedono di buon passo. Infatti le condizioni atmosferiche sono buone: non nevica, la giornata è soleggiata e sulla strada non ci saranno più di 15 centimetri di neve.

Mancano altri tre giorni di viaggio per arrivare ad Arabel, che già si intravede all’orizzonte. A metà mattina, però, i tre compagni vengono raggiunti da un gruppo di soldati provenienti da Castle Crag. I guerrieri, con lo stemma del “Purple Dragon” su scudi ed abiti, sono diretti ad Arabel e, dopo aver amichevolmente conferito con Duncan, riconoscendolo come chierico di Torm, offrono ai tre uomini di viaggiare con loro, a cavallo, risparmiando così un giorno e mezzo di viaggio. Felici di questa possibilità Duncan, Jalavier e Alatias accettano di buon grado la gentile offerta e si avviano al galoppo insieme ai 25 guerrieri dell’esercito del Cormyr.

Giunti ad Arabel, imbiancata da una sottile coltre di neve, sul tardo pomeriggio del 30, i tre compagni, dopo aver ringraziato il capitano del piccolo contingente di soldati, si dirigono immediatamente al tempio di Torm. Sono ansiosi, infatti, di verificare le condizioni di Sir Norman e di presentarlo ad Alatias.

Nello stesso istante, in cui i tre uomini varcano l’ingresso del tempio di Torm, Sir Norman sta camminando di buon passo verso Eveningstar, a ormai due giorni di distanza da Arabel.

Vai al seguito del Capitolo 7: Il ritorno degli amici