Home
Guestbook
Premessa
Mappa del sito
linksLinks
rssNews RSS

La Storia

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 3 bis
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 6 bis
Capitolo 7
Capitolo 7 bis
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 11 bis
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 18 bis
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 24 bis
Capitolo 25
Cap26Capitolo 26
Cap27Capitolo 27

I Personaggi

Alatias
Duncan
Jalavier
Sir Norman
Stingary
Yurgan
Matias

Gli special

Ravenloft
Darkart


The History of the Survivors - Chapter 8 - Comincia l’inseguimento…

Il viaggio verso Eveningstar procede senza intoppi. Sir Norman e il risarcitore, però, non procedono molto spediti. Il possente guerriero, infatti, ha bisogno di dormire almeno 7-8 ore tutte le notti, per recuperare le energie perdute durante la giornata. Il tempo, comunque, è favorevole: dal giorno in cui sono partiti (29 di Nightal) non ha mai nevicato, fa freddo, ma la temperatura è sopportabile.

Durante il viaggio i due uomini parlano poco, gli unici momenti di colloquio sono a sera, quando si accampano e, dopo aver acceso un focolare e consumato un pasto veloce, si raccontano storie di qualche avventura passata. Solitamente, Norman è molto restio a raccontare i fatti che ha vissuto negli anni passati all’interno del Semipiano, perché gli procurano ancora dolore e tristezza, ed è quindi il cacciatore di taglie, perlopiù, a narrare eventi vissuti nelle sue svariate missioni. Egli è felice di poter finalmente condividere con qualcun altro le emozioni e le vicissitudini del suo passato: infatti, sente che di Norman si può fidare e spera, in cuor suo, di aver trovato un amico. Il guerriero dal canto suo è contento di avere al fianco un uomo che, dalle informazioni ottenute al tempio di Torm e dalle voci “origliate” al mercato di Arabel, è considerato uno tra i più abili e famosi combattenti del Cormyr. Anche perché, Norman non ha ancora recuperato la piena autonomia fisica.

A metà mattina del 2 di Hammer si scatena, improvvisa, una tormenta di neve.

I due uomini procedono a fatica, infatti, il vento è molto forte e soffia nella direzione opposta alla loro. La strada si ricopre in poco tempo di uno spesso strato di neve e avanzare diventa difficoltoso. La tormenta è molto violenta e i due compagni decidono di fermarsi, quando, a qualche decina di metri dal sentiero, intravedono il bagliore di un fuoco acceso tra alcuni grossi abeti, che sembrano offrire un poco di riparo dalla furia del vento. Infreddoliti e affaticati si dirigono nella direzione indicata dalla flebile luce del focolare. Qui, riunite attorno alla legna crepitante, ci sono tre figure incappucciate, avvolte in pesanti mantelli, bagnati in parte dalla neve sciolta dal calore del fuoco. Gli abeti offrono effettivamente una buona protezione dal vento che soffia con forza verso est, e consentono quindi al fuoco di emanare un calore sufficiente a non congelare.

Esausti, Norman e il risarcitore si rivolgono agli uomini avvolti nei mantelli che, vedendoli arrivare avevano sguainato le spade, temendo un attacco da briganti o tagliaborse. Spiegate le loro intenzioni amichevoli, i tre uomini abbassano le armi e consentono al guerriero e al cacciatore di taglie di avvicinarsi al fuoco per ristorarsi un poco. Consumato un pasto frugale e dopo aver scambiato poche parole con i viandanti, Norman avvicinandosi il più possibile al fuoco si addormenta quasi subito; il risarcitore, invece, si siede accanto al possente guerriero, ma, prudente e sospettoso, col volto semi-mascherato nascosto nelle profondità dell’ampio cappuccio, rimane vigile e attento: non si fida mai troppo di chi offre ospitalità senza porre molte domande e accettando subito la compagnia di sconosciuti.

Contemporaneamente, Jalavier, Duncan e Alatias accorgendosi dell’approssimarsi della tempesta di neve, si erano rifugiati per tempo all’interno di uno dei carri appartenenti a commercianti diretti ad Arabel. Questi avevano accolto con amicizia i tre uomini riconoscendo tra loro un alto chierico di Torm. Colloquiando con alcuni tra i mercanti, i tre compagni vengono a sapere che la loro carovana si era imbattuta circa 24 ore prima in due uomini dall’aspetto poco raccomandabile. Uno di questi, il più imponente portava alla schiena un grosso spadone a tre lame. L’altro era più piccolo di statura e nascondeva il volto nell’ampio cappuccio che gli copriva la testa. Dalla descrizione dei tratti somatici del guerriero con lo spadone, Duncan e Jalavier comprendono subito che si trattava di Sir Norman.

Placata in parte la furia della tempesta, i tre uomini riprendono il loro viaggio, dopo essersi accomiatati dalla carovana che aveva offerto loro ospitalità.

Lo scatto della spada corta era stato improvviso e ben calibrato. Il pugnale lanciato verso il petto dell’uomo fermo a pochi metri era un colpo quasi troppo semplice. Il lento caricamento della balestra per finire il lavoro poteva essere una fatica superflua: i due uomini dovevano già essere morti.
I tre farabutti, però, ignoravano l’identità dell’uomo che vegliava su Sir Norman Riningham. Il pugnale da lancio colpì la figura avvolta nel mantello, ma incredibilmente passò oltre; il risarcitore, infatti, si trovava a circa un metro dalla sua immagine e, con un movimento fulmineo, aveva già colpito al braccio l’aggressore che lo aveva attaccato con la spada corta.

Svegliato dal trambusto, Norman ci mise un attimo a capire la situazione. Alzandosi lentamente in piedi, impugnò con calma lo spadone a tre lame.
Impaurito e sorpreso dalla piega che stavano prendendo gli eventi, il terzo farabutto cercava ora febbrilmente di caricare la pesante balestra.

Intanto, l’uomo che aveva attaccato col pugnale da lancio stava sguainando una spada corta per dare man forte al compagno ferito. Il cacciatore di taglie, stava ancora duellando con il primo avversario, quando si accorse che il terzo ladro stava finendo di caricare la balestra pesante. Decise di lanciarsi su di lui, ma cambiò rapidamente idea, poiché ora doveva opporsi anche all’altro farabutto, arrivato ad aiutare il compagno.

Norman entrò nel combattimento.

Facendo roteare sopra la testa la possente spada a due mani, con un urlo belluino si lanciò contro il ladro con la balestra. L’uomo cercò di puntare la pesante arma verso il guerriero, ma rimase paralizzato dal terrore quando incontrò lo sguardo di Norman: gli lesse la sua sentenza di morte.

Con un colpo preciso, infatti, Sir Norman affondò la spada in diagonale nel corpo dell’uomo partendo dal collo e arrivando quasi fino al bacino.

Intanto il cacciatore di taglie aveva inferto un’altra profonda ferita al primo bandito, che esausto aveva aperto le sue difese ed era crollato al suolo moribondo. L’altro, dopo aver visto la fine dei due compagni, decise di darsi alla fuga.

Abbandonata la spada, fece appena qualche decina di metri in mezzo alla neve, quando venne raggiunto da un coltello in mezzo alle scapole.
Il cacciatore di taglie aveva anche un’ottima mira.

Dopo aver raccolto i pochi averi dei tre banditi uccisi, i due amici decisero di dormire ancora qualche ora, fintantoché la tempesta non avesse cessato parte della sua forza.

Circa 20 ore dopo, Duncan, Jalavier e Alatias individuarono il luogo dove era avvenuto lo scontro. Esaminando i corpi dei tre banditi, i tre compagni capirono che il combattimento doveva essere stato veloce: infatti, i cadaveri presentavano poche ferite, ma letali. Soprattutto uno di questi, era quasi tagliato a metà: solo una spada molto pesante poteva infliggere un colpo simile; e a Norman era sempre piaciuto il colpo in diagonale, partendo dal collo.

I tre uomini, dopo aver dato sepoltura ai tre cadaveri, ripresero quasi subito il cammino, certi di essere ormai solo a poche ore da Sir Norman.

All’imbrunire del 5 di Hammer, Norman e il cacciatore di taglie stavano costeggiando le prime fattorie situate alla periferia del villaggio di Eveningstar.

Dopo un’altra oretta di cammino sulla strada ricoperta da alcuni centimetri di neve, i due uomini arrivano all’altezza di un grosso edificio in rovina, distrutto forse da un incendio, come si poteva notare dalle pareti ancora annerite.

Qui, vengono raggiunti da un gruppo di cavalieri con lo stemma dei “Purple Dragon” del Cormyr. Dopo aver colloquiato con i sospettosi cavalieri (che sono la guardia cittadina), che chiedevano i motivi della loro visita al villaggio (prima che il famoso risarcitore rivelasse la sua identità) i due uomini si dirigono alla “Lonesome Tankard Inn”, dove il cacciatore di taglie conosce il locandiere: Dunman Kiriag. Egli, potrà indicare loro la strada per il maniero e fornire eventuali informazioni, casomai i ladri delle armi di Norman fossero transitati al villaggio (anche se era davvero improbabile).

Dopo aver finalmente consumato un pasto caldo, a base di vino profumato e spezzatino di daino speziato, Norman decide di andare a coricarsi, mentre il cacciatore di taglie colloquia con Dunman.

“Stranieri sospetti negli ultimi 15-20 giorni non se ne sono visti” - dice Dunman rivolto al risarcitore, mordicchiando un ramo di liquirizia - “solo pochi mercanti. Lo sai che in questa stagione non sono in molti a viaggiare per le strade, infestate da banditi, lupi e chi più ne ha più ne metta!”.

Ringraziato Dunman per la chiacchierata e le informazioni sulla strada da percorrere e, dopo aver accettato i suoi consigli di stare alla larga dal maniero, anche il risarcitore, esausto, si concede una notte di sonno completo.

I due compagni ripartono al mattino presto del 6 di Hammer, in una giornata fredda e buia, a causa delle nuvole grigiastre che nascondono parzialmente la luce del sole.

Rivior’s Keep dista circa 8 ore di cammino da Eveningstar.

Neanche 2 ore dopo il passaggio di Norman e del risarcitore, Duncan, Jalavier e Alatias si incamminano lungo il sentiero che le guardie cittadine hanno indicato loro, per raggiungere l’antico maniero diroccato.

Dopo aver consumato un breve e frugale pasto, il possente guerriero e il cacciatore di taglie giungono, dopo altre due ore di cammino, in un punto da cui si intravede ormai a pochi chilometri il rudere. Complice la giornata buia e il crepuscolo che sta ormai iniziando a calare, la struttura ha un aspetto veramente lugubre e malefico. Si vede chiaramente che le mura sono quasi del tutto crollate: resistono soltanto i bastioni centrali, che sembrano costruiti con un altro tipo di materiale, più scuro e massiccio.

Proseguendo sul sentiero, che ora costeggia il fiume che bagna anche Eveningstar, i due giungono infine al limitare di un fitto boschetto. Superato questo, il sentiero continua poi per circa un chilometro e dopo una ripida salita giunge infine al maniero.

Il cacciatore di taglie si infila per primo all’interno delle fitte fronde. Norman lo segue a pochi metri di distanza. Il sentiero è ben battuto ma ai lati la vegetazione è veramente molto fitta e anche sopra, i rami degli alberi si incastrano tra loro e si chiudono, consentendo solo a pochissimi raggi di sole il privilegio di penetrare all’interno.

Dopo alcuni minuti di cammino all’interno del boschetto, Norman avverte una strana sensazione: un lungo brivido, che gli fa venire la pelle d’oca in tutto il corpo. Sta cercando di capire cosa significhi questa strana e persistente reazione del suo corpo, quando le ombre proiettate dagli alberi sul sentiero sembrano improvvisamente animarsi e, assumendo la forma di creature umanoidi, si scagliano sul risarcitore e su di lui.

Il cacciatore di taglie è sorpreso da questo fulmineo attacco e urla per il dolore, provocato dal tocco delle ombre. Anche Norman, che pur era in stato di semi-allerta, viene colpito da due di queste creature non-morte. Il loro tocco è gelido, ma niente di più. E il guerriero ora, però, reagisce. Lanciando un’agghiacciante risata di scherno e derisione verso le deboli creature che hanno osato attaccarlo, inizia a roteare la spada.

Il cacciatore di taglie è, invece, in difficoltà. E’ stato raggiunto dal tocco gelido di quattro ombre e ora si regge a fatica in piedi, intirizzito e così debole, da far fatica a difendersi col proprio pugnale.

Norman colpisce la prima ombra che lo ha attaccato e di questa rimane solo un pugno di polvere che si disperde subito nell’aria.

La seconda lo colpisce di nuovo, ma come prima il truce guerriero prova solamente una sensazione di fastidioso gelo. L’imponente spada a due mani colpisce ancora e come prima del non-morto non rimane che polvere. Norman sta per lanciarsi in aiuto del cacciatore di taglie, quando con la coda dell’occhio nota alle sue spalle un fenomeno purtroppo già visto in passato. A livello del terreno, a pochi metri da lui, si sta formando una nube nerastra. Questa sembra pian piano animarsi e in pochi attimi assume l’aspetto di una forma umanoide con braccia, torso e testa scheletrica con occhi luminosi e rossi. Le gambe non ci sono, dal torso in giù vi è solo la nube nerastra da cui ha avuto origine il non-morto.

La creatura si lancia su Norman. Il guerriero riesce ad evitare il tocco mortifero, con una capriola che lo porta a diversi metri da essa. Rialzatosi prontamente, Norman si sta per lanciare alla carica, quando accusa una dolorosa fitta alla schiena causata dal gelo paralizzante di un altro non-morto uguale al precedente che stava sopraggiungendo alle sue spalle. Il tocco della creatura è terribile, Norman oltre al gelo, prova una sensazione già avuta in passato: il non-morto sta cercando di risucchiargli una parte di energia vitale!
Egli sudando copiosamente, reagisce. Con la propria forza di volontà cerca di resistere: lo sforzo è immane ma con un grido inumano il guerriero si stacca dal tocco del mostro, impedendo così il risucchio di energia vitale.

Un grido terribile risuona nella piccola vallata. Alcuni uccelli spaventati abbandonano i loro rifugi e volano altrove. Duncan, Jalavier e Alatias si fermano per un attimo. “Cosa è stato?” - domanda terrorizzato Alatias rivolto ai due compagni. I due amici, senza rispondere al giovane compagno, ma con i volti segnati dalla stanchezza e ora dalla preoccupazione, aumentano l’andatura fin quasi a correre.

Il cacciatore di taglie si trovava in difficoltà come non lo era mai stato prima. Annientata una delle quattro ombre che lo stavano attaccando, è stato, però, colpito altre due volte e, ad ogni tocco di quei mostri, calava la sua vigoria fisica. Ora, quindi, riuscendo a mala pena a difendersi, e poiché Norman era altrettanto impegnato nel combattere contro altri due non-morti dagli occhi color fuoco, stava per attivare la potente magia del suo anello. La parola di comando era già sulle labbra infreddolite del cacciatore di taglie, che non esitò un attimo di più a pronunciarla, vedendo giungere alle spalle di Norman altre figure, armate questa volta di spade luccicanti…

ATTUALE SITUAZIONE FISICA DI NORMAN (al 6 di Hammer)
STR 15 DEX 14 CON 14
HP 88
AC 10
Peso: 80 kg

- The End -

Qui finisce l'introduzione del Dungeon Master e inizia l'avventura in role playing

Vai al Capitolo 9: Il maniero stregato