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Alatias
Duncan
Jalavier
Sir Norman
Stingary
Yurgan
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Gli special

Ravenloft
Darkart


20-1-2006 - Capitolo 23 - Insurrezione

"Nella città di Wheloon, il 2 di Chess of Sunset (marzo), si svolge la Festa dei Doni, la festività più sentita dalla popolazione, e l'unica che Re Karl non abbia ancora abolito." Spiega Reiko Dall ai cinque avventurieri.

"Sì, ed è anche una buona occasione per arrivare a distanza ravvicinata con Re Karl, proprio l'opportunità che stavamo cercando" aggiunge Jurgan.

E' la mattina del 28 di alturiac e Norman con gli altri ha appena raggiunto Jurgan e Reiko Dall al tempio di Illmater. I sei uomini stanno aspettando l'arrivo di Zeril, ufficiale dell'esercito regolare di Wheloon e grande amico di Jurgan.

Reiko prosegue nelle spiegazioni, e racconta come si svolge la festa. La mattina, viene aperto al pubblico il cimitero reale che si trova all'interno della fortezza, e i cittadini sono soliti portare fiori sulle tombe dei re passati. Ma la cerimonia vera e propria si svolge al palazzo del re: è usanza che ogni famiglia porti un dono al re, e che il re in cambio, elargisca in cambio il doppio del controvalore. Negli ultimi anni però, per l'indigenza in cui versa la popolazione, i doni portati dai cittadini sono davvero poveri, e Karl ricambia con poche monete di rame.

"Una buona possibilità per arrivare a tu per tu con Karl" commenta Norman. "nella sala del trono si entra disarmati, e le misure di sicurezza sono strettissime", lo mette in guardia Reiko, che prosegue nel raccontare, aggiungendo che la sera Karl organizza un ricevimento dove invita tutte le personalità più in vista della città e diversi illustri ospiti provenienti da altre città. "Anche questa potrebbe essere una buona opportunità per avvicinarsi" afferma Alatias. "Per accedere alla festa ci vuole l'invito personale di Re Karl, io non vi partecipo più da alcuni anni, ma di certo nessuno di voi può spacciarsi come Reiko Dall, come dicevo gli inviti sono personali".

Quando giunge Zeril, la sorpresa per lui è sconvolgente. Il ritrovare l'amico esiliato Jurgan e il legittimo Re Norman, lo riempie si speranza. Giura fedeltà a Norman, e garantisce che i suoi uomini, l'esercito regolare di Wheloon, saranno ben contenti di appoggiare Norman nel colpo di stato, ma l'esercito mercenario è superiore numericamente (650 contro 1100) e fedele a Karl.

Zeril, suggerisce di evitare l'attacco durante la consegna dei doni, perché gli anni scorsi già in un paio di occasioni qualcuno attentò alla vita di Karl, che adesso prende precauzioni rigidissime. Per far entrare le armi nella sala del trono bisognerebbe passare tre perquisizioni e il controllo magico del mago di corte. Inoltre non si entra nella stanza più di tre o quattro alla volta.

Meglio sarebbe al ricevimento serale, in quanto può capitare che gli invitati si presentino armati in uniforme da parata. Rimane il problema degli inviti personali. Zeril consiglia di contattare Karen Riningham, cugina di Norman, Karl e Hurlack; lei non può sopportare i suoi due cugini, ma Karl ne è innamorato e le fa una corte spietata (forse anche per recuperare il cognome Riningham). In ogni momento della giornata che lei trascorre al di fuori di Castle Riningham, è accompagnata da una scorta armata sotto il diretto controllo di Karl; forse anche lei può dare una mano alla causa e tutti i pomeriggi è solita recarsi al mercato, l'unico momento in cui è forse possibile contattarla. Zeril sottolinea di essere malvisto da Karl che lo fa tenere sotto controllo da alcune spie, per cui non può contattare Karen e anzi deve sbrigarsi a rientrare in caserma per non destare sospetti. Lui si impegna a piazzare i suoi uomini nei punti nevralgici della cittadina per completare la rivolta dopo che Norman avrà fatto la sua mossa.

"Un ultima cosa - aggiunge Zeril - mettetevi in contatto con Dargan Garrett, il capitano della guarnigione di Purple Dragon di stanza a Wheloon (200 effettivi)".

"Ci stavo pensando - risponde Norman - lui è un uomo onesto e un ottimo soldato, dove possiamo trovarlo?"

"Tutte le sere, lui cena alla locanda del Corno e della Corona, ora devo proprio rientrare", risponde Zeril.

Poco dopo pranzo, i cinque uomini, si dirigono alla spicciolata verso il mercato per cercare Karen Riningham. Norman ne approfitta per cercare un fioraio che gli venda una rosa bianca. Viene indirizzato da una vecchia signora di nome Luisarta, che però ha un'unica rosa ma ormai appassita, anche perché quel fiore non cresce comunemente in queste zone. Vista la determinazione dell'uomo a procurarsi una rosa bianca, gli dà appuntamento al tramonto del giorno dopo alla porta orientale, quando lo accompagnerà ad un cespuglio di rose bianche sconosciuto a tutti. Nel frattempo, Stingary si imbatte in alcuni soldati che accompagnano una bellissima mezz'elfa. "Fate largo a Milady, urla uno di loro in mezzo alla calca". La ragazza, spazientita, lo rimprovera a muso duro "lasciatemi un po' di libertà almeno mentre faccio le compere" e si dirige al banco di un venditore di erbe. Stingary non si lascia sfuggire l'occasione e l'affianca. "Abbiamo un messaggio importante da parte del mio padrone"

"Chi sei tu? Che stai dicendo, io non ti conosco. Se insisti sarò costretta a chiamare le guardie" reagisce Karen un po' spaventata.

"Sono un amico, ma chi sono io non ha importanza. Importante è il mio padrone, lui è Sir Norman Riningham"

"Coosa? Non è possibile, mio cugino è morto dodici anni fa, e con lui se n'è andata la speranza per questa città"

"No! Norman è vivo! Ed è qui! E' tornato per riprendersi quanto gli spetta di diritto. Tra poco sarai avvicinata da un mio amico che ti porgerà un fazzoletto. Accettalo perché in esso ci sarà un messaggio"

"Ehi straccione! - interviene una delle guardie che si stava avvicinando - come osi importunare milady! Vattene, e porta i tuoi luridi stracci lontano da qui!."

"Chiedo perdono signore." Stingary si finge ingobbito e contrito e poi si allontana. Intanto anche Jurgan scorge Karen e avverte Matias (che ha il messaggio di Norman) della sua presenza.

Il bardo entra immediatamente in azione, ma appena incrocia il suo sguardo rimane folgorato dalla sua bellezza. E' la donna più bella che lui abbia mai visto.

"E' davvero stupenda, e quelle orecchie leggermente a punta... E' una mez'elfa come me!" E' bastato un attimo agli occhi attenti di Matias per scorgere questo dettaglio. "Nessuna donna incontrata finora è più degna del mio amore di quanto lo sia Karen Riningham, farò di tutto per conquistarla. Ho fatto proprio bene a mettere assieme al messaggio di Sir Norman il mio biglietto con i versi che decantano la beltà di questa creatura. Certo, li ho scritti tempo fa, e dati su biglietti d'amore già ad altre donne ma lei non lo sa e in ogni caso li merita pienamente"

Matias attacca bottone e scambia alcuni complimenti con Karen che sembra gradire e saluta con calore il giovane bardo. Prima di accomiatarsi il bardo mette in pratica il suo piano: "Milady, ha perso questo fazzoletto."

"Che sbadata! Tante grazie simpatico giovine" risponde lei, e afferra il fazzoletto che nasconde la missiva e il biglietto del bardo. Nella lettera sigillata col sigillo in ceralacca dei Riningham vi è l'invito a recarsi stanotte stessa al tempio di Illmater per incontrare Norman e i suoi alleati, senza scorta."

A missione compiuta, i cinque si avviano verso il tempio prendendo le solite precauzioni. Si avviano tutti alla spicciolata, e per ultimo parte Stingary che controlla che nessuno sia seguito.

In effetti sembra esserci un uomo che pedina i quattro amici, così Stingary si vede costretto a intervenire per guadagnare tempo e far perdere di vista all'uomo i suoi quattro amici. Fingendo sbadataggine, va a sbattere frontalmente contro la spia, ed entrambi finiscono in terra. Ma contemporaneamente, con consumata abilità il Risarcitore sfila all'uomo un sacchetto pieno di monete.

Il pedinatore la prende male: "Ehi razza d'imbecille, guarda dove vai mentre cammini!"

"Ooohh, mi scusi, non era mia intenzione, mi dia la mano che l'aiuto a rialzarsi" recita Stingary.

Appena fatti pochi passi, la recita ricomincia: "Ehi signore, mi scusi, ha perso questo sacchetto di monete", la spia è sempre più spazientita "ehi come hai fatto a impossessarti del sacchetto, era legato!". La recita continua: "Ecco tenga, ooooops, accidenti mi è caduto, ecco tenga... No... Che fa... Tenga giù le mani!"

Intanto si va formando un contorno di spettatori alla scenetta, e un gruppetto di guardie cittadina sta sopraggiungendo.

Il pedinatore è in preda alla rabbia: "Ladrooo! Guardie, quest'uomo ha cercato di derubarmi dei miei soldi". Ma il Risarcitore tiene il gioco alla grande "Ehi dico, come si permette lei! Le è caduto il sacchetto con le monete, e io l'ho raccolto e glie l'ho portato. E sfido chiunque qui tra i presenti a sostenere che non è vero". Dagli astanti si alzano mormorii di approvazione, e successivamente le guardie invitano i due litiganti a proseguire per la propria strada. I quattro amici non sono più in vista, e anche Stingary si disperde rapidamente tra la folla, lasciando la spia con un palmo di naso.

Giunti a ora di cena, Alatias Stingary e Norman si dirigono alla taverna del Corno e della Corona, e notano con piacere che le strade sono più frequentate della sera prima, forse per i preparativi della festa.

I tre giungono alla locanda, entrano, e non essendoci tavoli liberi, si dirigono al bancone. Gli avventori sono esclusivamente appartenenti ai Purple Dragons. Norman si guarda intorno, scorge Dargan Garrett ad un tavolo insieme ad alcuni altri soldati, e lo indica ai suoi due amici. Stingary teme che la sala sia infestata di spie, così i tre preparano una strategia. Norman affitta una stanza per la notte, sale le scale e si accomoda all'interno. Alatias si piazza in cima alle scale, e Stingary si presenta al tavolo di Garrett: "Oste, da bere per questi valorosi soldati! Offro io!" Uno dei compagni di Garrett replica: "Chi sei tu e perché ci vuoi offrire da bere?" Ma Stingary ne sa una più del diavolo "I purple dragon hanno salvato la vita della mia famiglia, cos'è un bicchiere di birra in cambio? Evviva i purple dragon!" e l'atmosfera si distende immediatamente. Poi però Stingary approccia Garrett.

"Dargan Garrett, io sono qui per un motivo ben preciso: devi incontrarti con un mio amico, che ti sta aspettando in una stanza al piano di sopra"

"Hanno già attentato alla mia vita con questo trucco, chi sei tu?" risponde Dargan

"Io non sono importante, ma lo è il mio amico. Egli è Sir Norman Riningham."

"No, è impossibile. Sir Norman è morto ormai da tanti anni, ma visto che non mi costa nulla, verrò al tuo appuntamento con le mie guardie".

Salite le scale, Alatias indica la porta "Entrate Norman vi sta aspettando" così i tre soldati entrano nella stanza insieme ad Alatias. Norman è in piedi di spalle alla porta, e si volta immediatamente.

"Ben trovato Dargan, sono tornato per riprendermi il mio trono, e ho bisogno del tuo aiuto. Non credo che tu preferisca appoggiare Karl".

Anche Dargan Garrett rimane estremamente sorpreso di rivedere Norman. Egli ha l'ordine di non intromettersi negli affari cittadini, ma Norman gli fa notare che un enorme esercito si avvicina dalla Sembia, e spazzerà via prima Wheloon poi invaderà il Cormyr, a meno che Karl che nega l'evidenza e non vuole preparare una difesa, non venga rimosso e sostituito.

"Vivo a Wheloon da tanti anni, mia figlia è nata qui, e ormai mi considero anch'io di questa città. Per cui mi sento molto coinvolto. I Purple Dragon sono pronti a sostenerti qualora tu riuscissi a scalzare Karl, ma non potranno essere l'arma che ti permetterà di sconfiggere il tuo nemico."

"Io rispetto la tua scelta, ma presto sarai costretto a scegliere da che parte stare. L'esercito che si avvicina alla città è nemico del Cormyr che tu qui rappresenti; se, come mi pare evidente, Karl non vuole contrastarlo, e io invece sì, mi pare evidente che sia nell'interesse del Cormyr appoggiare la mia ascesa da subito."

Dargan rimane irremovibile nella sua posizione, e dice un'ultima cosa ai due: "Ho dato un ultimatum a Karl. Se entro il 4 di Chess of Sunset, lui non avrà preparato una difesa della città, io e i Purple Dragon abbandoneremo Wheloon, perché l'esercito non tarderà più di una settimana o dieci giorni a giungere qui. Se tu, per il 4 mattina sarai il nuovo re, noi rimarremo al tuo fianco."

Alatias aggiunge un'ultima cosa: "noi saremo al ricevimento di Karl tra due giorni, avremmo piacere se ci fosse anche lei, Dargan."

"Avevo già deciso di non prendervi parte, ma vista la situazione particolare, credo che ci sarò" Risponde l'ufficiale ammiccando.

Nel frattempo Karen Riningham si presenta alla porta del tempio di Illmater, "devo vedere un uomo; si chiama Norman, e mi ha detto che l'avrei trovato qui". "Un momento." replica un accolito, che si avvia a chiamare Jurgan e Matias.

I due si presentano a Karen che un po' allarmata teme qualche scherzo di cattivo gusto, visto che la lampadina della speranza le si era accesa nel cuore, e avrebbe voluto trovare suo cugino per dare un volto ed un corpo a quella speranza. Poi riconosce Jurgan e anche il giovane affascinante mezz'elfo che le ha passato il messaggio. "Jurgan, sei tornato! E mio cugino Norman è davvero tornato? Dov'è adesso?"

"E' da Dargan Garrett per ottenere la sua lealtà" risponde Jurgan, poi le spiega brevemente la situazione, in quanto Karen ha molta fretta visto che è scappata di nascosto da palazzo e non vuole che la sua fuga sia scoperta.

"Io potrei riuscire a farvi entrare al ricevimento" afferma poi Karen. "Posso procurarmi la lista degli ospiti; tutti gli anni Karl invita anche nobili di altre città che non conosce personalmente. Potreste sostituirvi ad esse. Domattina vi farò avere la lista, ora devo proprio scappare."

Poco tempo dopo, Norman Alatias e Stingary rientrano al tempio, così Jurgan e Matias riferiscono loro del proficuo incontro con milady Karen Riningham.

La mattina dopo, il primo giorno di Chess of Sunset, come promesso, un'ancella di Karen si presenta al tempio e consegna una missiva per Norman dove vi si trova l'elenco degli invitati. Vi è anche spiegato che tra gli invitati, quelli meno conosciuti al re Karl, sono il Principe Gulnvar e i suoi quattro cortigiani.

I cinque, escono così di città passando per la porta sorvegliata dai Purple Dragon e s'incamminano lungo la strada per intercettare l'arrivo del nobiluomo. Dopo neanche un paio d'ore di cammino, incrociano una coppia di cavalieri in uniforme (sconosciuta), probabilmente l'avanguardia della delegazione del principe. Poco tempo dopo, una lussuosa carrozza giunge lungo la strada. Stingary evoca il suo elementale della terra, gli ordina di non attaccare nessuno, e poi egli stesso finge di operare arcani incantesimi per tenere a bada il "mostro". Intanto Alatias si avvicina ai cavalli impauriti e usando il suo talento con gli animali, li calma e li ferma. Matias effettua un incantesimo di sonno, così i cinque occupanti della carrozza, si addormentano.

I cinque uomini si infilano i vestiti eleganti trovati in un forziere all'interno della carrozza, recuperano i cinque inviti per la festa, legano come salami i cinque malcapitati, li caricano sulla carrozza, e Alatias chiede ai cavalli di andarsene per una strada a nord. Quasi alle porte di Wheloon, i cinque incrociano i due cavalieri che stanno tornando sui propri passi, ma la carrozza ha ormai parecchie ore di vantaggio, e loro non conoscono la direzione che ha preso.

All'imbrunire, Norman va all'appuntamento con la vecchia Luisarta, che lo porta su per un ripido sentiero che si inerpica dietro alle mura della cittadella, dalla parte di Castle Riningham. Dopo un quarto d'ora di cammino, giungono sul retro del castello e Luisarta indica una pianta rampicante che cresce sulle mura del castello. Poco più in alto del terreno, si trovano due boccioli di rosa; Norman ne recide uno e lo infila nella sua borsa magica. Poi mentre sta per incamminarsi giù per il sentiero, nota una roccia vicina alle mura che presenta segni di lavorazione. Incuriosito la esamina, e pur non trovando nulla di particolare, rimane convinto dell'idea che vi si trovi un'apertura creata dall'uomo, come una porta di pietra chiusa dall'interno. Annotando mentalmente questa stranezza, si avvia verso una delle porte prima che faccia completamente buio.

La mattina del 2 di Chess of Sunset, Norman accompagnato dai suoi quattro amici, si dirige al cimitero reale, aperto al pubblico in occasione della festa. E' un'altra giornata fredda e piovigginosa, e il cimitero si trova dentro le mura della cittadella reale: I cinque oltrepassano gli sfarzosi mausolei degli antichi re, che sono fatti oggetto di innumerevoli omaggi floreali dai cittadini che si accalcano per rendere loro omaggio. Giungono così nella zona di sepoltura dei parenti dei sovrani. Le tombe sono meno sfarzose ma comunque elaborate, anche se sono un po' ignorate dalla popolazione che si trattiene nel camposanto dei re.

Norman si inginocchia davanti alla tomba di sua madre, Vidian Lorener, appoggia la rosa bianca sulla tomba e si appresta a recitare alcune preghiere.

Una ventata di aria stranamente calda gli sferza il viso scompigliandogli il mantello; e, sulla lapide prendono forma alcune scritte traslucide. "Figlio mio, cerca nella vecchia biblioteca di Deneir, cerca nella cenere dei tuoi avi, troverai i documenti della tua eredità. Il sangue ereditario aprirà tutte le porte."

"La giornata da grigiastra assume toni ancora più cupi e inizia a scendere una leggera pioggerellina gelida, mentre Sir Norman sale il leggero pendio che porta alla tomba della madre. Il possente guerriero pare ingobbito ed impaurito, i suoi passi sono incerti e cauti, come se avesse timore di arrivare alla tomba o di svegliare chi vi giace con il rumore dei propri passi. Poi, finalmente, egli si ferma davanti alla lapide sporca e all'apparenza abbandonata. Un improvvisa folata di vento si alza e scompiglia il mantello di Norman. Egli rimane immobile come pietrificato per lunghi attimi, poi si inginocchia e posa la piccola rosa bianca alla base della lapide. Rialzatosi con un lungo gesto rimane ancora fermo a fissare le parole scritte sulla pietra che non potete scorgere. Poi, un'altra folata si alza e smuove il cappuccio del mantello di Norman, scoprendo il viso del guerriero: la dura mascella è contratto allo spasimo come se Norman stesse cercando di resistere a qualche cosa che gli sta dando battaglia dall'interno della propria anima, poi, improvvisamente, il volto del guerriero si rilassa e sulle guance coperte dalla barba incolta, iniziano a scorrere copiose le lacrime, lacrime troppo a lungo represse...poi, Norman si volge verso di voi e con una determinazione feroce negli occhi vi raggiunge e vi supera allontanandosi ad ampie falcate.".

Norman, sconvolto dalla tensione, ha il volto contratto e rigato di lacrime. Recita una preghiera a Torm e a Deneir, si alza in piedi e si avvia con decisione verso l'uscita del cimitero. "Il vecchio tempio di Deneir ora è la caserma delle truppe mercenarie, bisogna entrarci immediatamente, ma non è una cosa facile, non per tutti. Stingary!"

Il Risarcitore si cosparge di polvere magica diventando invisibile. Si avvia all'attuale caserma e seguendo le indicazioni avute da Norman, si arrampica sul muro fino a raggiungere una finestrella al secondo piano. Entra, e con circospezione comincia a cercare la stanza che un tempo fu la biblioteca. Dopo pochi minuti riesce a trovare la stanza che ora è adibita a magazzino. Inizia a scartabellare tra le decine di libri presenti sugli scaffali e sulla scrivania, ma non trova nulla di interessante. " cerca nella cenere dei tuoi avi", " nella cenere". Stingary, segue un'intuizione e comincia ad armeggiare attorno al vecchio camino. I suoi sforzi sono premiati, perché sotto alla cenere trova un coperchio di metallo. Lo apre e ne estrae un cofanetto di legno chiuso da un lucchetto.

Sicuro di aver trovato quello che cercava, esce dalla finestra della stanza, discende il muro e si avvia al tempio di Illmater.

Norman è impaziente, ma si affida alle mani del risarcitore, che riesce a far scattare la serratura del lucchetto. Dentro al cofanetto si trova un manoscritto con la copertina in pelle, e lo porge a Sir Norman. Il guerriero lo prende e inizia a sfogliarlo

"Le memorie di Darkart Riningham secondo re di Wheloon, figlio di Kriondar Rinigham primo re di Wheloon . Lascio questo manoscritto a colui che, col mio stesso sangue, avrà il coraggio e l'ardire di addentrarsi nel sepolcro di mio padre Kriondar, perché sappia quello che nessuno nemmeno sospetta."

Il guerriero chiude il manoscritto, tutto questo dovrà aspettare, le ore passano ed è necessario iniziare i preparativi per la "festa" di re Karl.

I cinque uomini si avviano a palazzo all'imbrunire, Matias impersona il principe Gulnvar approfittando del suo fare spigliato e del suo indubbio fascino, mentre Alatias impersona l'unica donna della delegazione del principe, grazie ad un incantesimo polimorfo che ne ha alterato le sembianze in una avvenente e prosperosa giovane. Vengono introdotti in due saloni e annunciati agli altri invitati. Tutti loro indossano i vestiti sfarzosi trovati sul carro della vera delegazione, compresa una elegante maschera che copre loro gli occhi. Norman sorride soddisfatto quando, guardandosi in giro, nota la presenza del sacerdote Reiko Dall e del generale dei Purple Dragon Dargan Garrett.

Qualche tempo dopo, fa il suo ingresso in sala Karen Riningham, ed immediatamente Matias va a salutarla. Poco dopo entra in sala Hurlack Mayer, fratello minore di Karl e capo supremo dell'esercito, con il suo fisico possente avvolto da un'armatura argentata probabilmente fatta su misura; a stento Norman riesce a trattenersi dall'aggredirlo seduta stante. Per ultimo entra in sala il re Karl Mayer, e Norman si ritrova a stringere l'elsa della Spada dei Duchi all'interno del borsello magico. Con un grosso sforzo, riesce a calmarsi quel tanto che basta per resistere alla tentazione di decapitarlo immediatamente. Il re è accompagnato da due uomini: uno è un bruttissimo ometto sciupato con due enormi borse sotto gli occhi, una spada corta al fianco e alcune bisacce a tracolla; ha un aspetto davvero orripilante. L'altro è interamente ricoperto da un'armatura di cuoio ricoperta con spuntoni di metallo, l'armatura è provvista di un elmo anch'esso di cuoio e ricoperto di punte, che copre in parte anche il viso. Anch'egli porta una spada corta al fianco.

Il re va a salutare caldamente Karen Riningham. "Cara, ti trovo splendidamente come sempre! Posso avere l'onore di un ballo?" e rivolgendosi ai cantori li invita a iniziare a suonare.

Karen, pur se palesemente contro voglia, non osa rifiutare.

Nel frattempo, Alatias nelle sembianze di ragazza, ha fraternizzato con Hurlack, che sembra molto affascinato. La finta ragazza chiede di essere presentata a suo fratello il re, e Hurlack acconsente. Norman, presagendo la possibilità di avvicinarsi a Karl, si mantiene poco distante dai due, ma il re si siede sul trono, e con al fianco i due loschi scagnozzi, inizia il classico, prolisso, discorso di rito:

"Per prima cosa voglio ringraziarvi tutti quanti per aver cortesemente accettato il mio invito , poi vi ruberò ancora un paio di minuti per darvi due notizie importanti: la prima è che a breve convolerò a nozze con la mia adorata Karen Riningham."

Dalla platea si leva un applauso, ma Karen rimane palesemente e negativamente sorpresa. C'è da pensare che neanche ne fosse informata. Se Karen sembra sconvolta e infelice da questo annuncio, il bardo mezz'elfo è semplicemente infuriato "Non appoggerai un dito su Karen, dovessi perdere la vita per fermarti ci riuscirò bastardo!" rimugina, tenendosi pronto a passare all'azione

"L'altra notizia importante che ci tengo a dirvi, è che proprio in questi giorni ho stretto una proficua alleanza con i capi dei nuovi padroni del reame di Sembia. Tra non molti giorni arriveranno in città, e noi saremo pronti ad accoglierli con tutti gli onori. Questa alleanza porterà grande ricchezza e benessere alla nostra città, in quanto i nuovi dominatori della Sembia sono tremendamente potenti."

Una voce attonita si leva da uno degli intervenuti per dare voce ai dubbi di tutti o quasi gli astanti "ma l'alleanza con il Cormyr?"

Karl riprende la parola "L'alleanza col Cormyr ha portato solo povertà, fame e miseria. A Wheloon non sappiamo che farcene di quei parassiti. Ma presto tutto il Cormyr soccomberà sotto la potenza dei nuovi dominatori di Sembia."

Lo sconcerto si legge in maniera evidente sul volto di Dargan Garrett, che si ritrova improvvisamente ad essere in una città nemica, mentre Norman sempre più imbufalito, sta guadagnando posizioni tra la folla per avvicinarsi il più possibile al trono.

Intanto Karl prosegue nella sua propaganda "... i nostri alleati già mi hanno elargito grandi quantità di denaro, le quali non sono che un assaggio di quello di cui potremo godere in futuro."

Improvvisamente, tra le prime posizioni della platea, si leva un applauso solitario, e l'autore, un uomo di quasi due metri, in armatura, avanza verso il trono con un ghigno palesemente sarcastico sul volto "Bravo. RE!"

Karl preso alla sprovvista pare interdetto "Ma... ma... ma tu chi sei? Come osi."

L'uomo con piglio autoritario leva in aria un pugno a mostrare un anello... l'anello dei Riningham! L'altra mano invece toglie la maschera dal volto e poi scivola inosservata all'interno di un borsello appeso alla cintura.

"Io sono Sir Norman Riningham, figlio di Re Mihail Riningham, ultimo legittimo sovrano di Wheloon, e rivendico per me questo trono..."

Il guerriero non riesce neanche a finire la frase che il panico e la bagarre si scatenano all'interno dei due saloni.

Karl ha un collasso e mentre viene sostenuto da due guardie del corpo riesce solo a sussurrare "non è possibile..."

Norman ha già Trinity, la Spada dei Duchi in mano e si avventa su Karl, ma viene intercettato da alcune guardie che lo impegnano in combattimento, mentre le altre due trasportano Karl verso una porta. Intanto l'uomo ricoperto d'armatura di cuoio è scomparso alla vista, mentre il rachitico cadaverico comincia ad armeggiare tra le sue bisacce. Ma Matias è più veloce a recitare un incantesimo e una miriade di piccoli tentacoli si materializza addosso al rachitico impedendogli i movimenti e infliggendogli dolorose ferite. Nello stesso istante, si materializzano dal nulla due figure spettrali che si avventano su Matias.

In un'altra zona della sala, Jurgan si è avventato su Hurlack che però si dimostra un abile combattente e ingaggia con il dissidente un aspro duello.

Stingary intanto evoca dal suo anello l'elementale della terra e lo dirige verso i due wraith, mentre nel resto delle sale è tutto un'esplodere di tafferugli tra mercenari fedeli al vecchio re Karl, e sodati di Wheloon sostenitori del legittimo re Norman.

Matias, riesce appena ad apporre un incantesimo su Norman che ne raddoppia la velocità nei movimenti, che viene colpito ripetutamente dalle due figure spettrali, che lo prosciugano della sua energia vitale, lasciandolo a terra svuotato. I wraith vengono colpiti duramente dall'elementale e da Alatias che li distruggono.

Intanto Norman si libera facilmente della resistenza di alcuni mercenari e si precipita verso Karl che sostenuto dai due soldati ha quasi raggiunto una porta, quando nella sua mente sente risuonare la voce di Alatias: "attento! L'uomo in armatura di cuoio è invisibile proprio davanti a te e si sta preparando per colpirti". Norman cambia tattica e invoca il potere dell'helm of Pegasus per poter volare al di sopra dei combattimenti. Ma l'assassino è più veloce e pugnala Norman vicino al collo. La ferita sarebbe stata fatale per molti umani, ma non certo per Norman che in passato è sopravvissuto a violenze inenarrabili.

L'assassino, tornato visibile dopo l'attacco, viene individuato e riconosciuto da Stingary, che, sembra avere un conto in sospeso con lui (Iltur) e lo ingaggia in duello.

Contemporaneamente, Karl Mayer, re di Wheloon, scompare improvvisamente nel nulla, tra lo stupore dei due soldati che lo stavano sorreggendo, e il disappunto di Norman, che letteralmente imbestialito si gira e con una pioggia di attacchi devastanti taglia letteralmente a pezzi il malcapitato Iltur, responsabile di avergli fatto perdere l'attimo per intercettare l'usurpatore.

Il mago di corte, fedele a Karl, usando il potere di una bacchetta magica, evoca alcuni incantesimi d'attacco che colpiscono Norman. Come pure un potente incantesimo lanciato dal rachitico cadaverico chierico del malvagio dio Cyric, che scaglia un'onda di energia nera addosso a Norman.

Il guerriero però stringe i denti e volando, si presenta faccia a faccia con suo cugino Hurlack che stava avendo la meglio su Jurgan. Con alcuni affondi ben mirati, al braccio dell'arma e ad una gamba, riesce ad abbattere Hurlack come fosse un fuscello, e si avventa in terra su di lui nella speranza di imparare dove si nasconde Karl; ma le ferite sono troppo gravi e Hurlack spira dopo pochi attimi senza proferire parola.

Intanto Alatias con i suoi incantesimi, e Stingary col suo guanto bionico, evocano alcune palle di fuoco che carbonizzano il mago di corte e il cadaverico sacerdote, ponendo così fine alla lotta. I mercenari ancora in vita, vistisi ormai senza guida, decidono saggiamente di darsi alla fuga, e pochi attimi dopo un soldato dell'esercito regolare irrompe nella stanza per comunicare che anche in città i mercenari sono in rotta, e a breve l'esercito fedele al nuovo Re Norman Riningham, e i Purple Dragon, avranno il controllo completo sulla città.

Re Norman, coperto di sangue dalla testa ai piedi, lascia scorrere lo sguardo attraverso tutte e due le stanze, nell'irrazionale speranza di cogliere un segno che gli riveli il nascondiglio di Karl; e cercando di raccogliere le idee per decidere il da farsi dopo questa mezza vittoria. Il trono è conquistato, ma l'usurpatore Karl è scappato, la black network ha già appoggiato le proprie luride mani sulla città, e l'esercito del caos si sta avvicinando.

Mentre Sir Norman scruta infuriato le sale, Matias si rialza sofferente ma felice. Si incammina faticosamente verso la sala adiacente, dove Karen ha combattuto. E' in piedi, ferita solo superficialmente, splendida nella sua armatura argentea riccamente decorata. "Come stai mia Signora?". Poche parole, pronunciate lentamente e con affanno, con il cuore in subbuglio. Il sorriso di lei è la risposta migliore che lui potesse aspettarsi, il combattimento e le ferite subite dai non morti cancellate in un istante

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