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Darkart


25-08-2003 - Capitolo 12 - In viaggio per Shadow’ Gap

Il chierico racconta in poche parole quanto gli è accaduto spiegando come si fosse finalmente riconciliato con il suo Dio, proprio in punto di morte.
Dopo il fatale colpo del Drago, il suo spirito ha cominciato a cadere lungo un'oscuro tunnel, ed il chierico ha avvertito che l'anima stava abbandonando il suo corpo.

Ad un tratto, una forte luce azzurra lo ha avvolto e la caduta ha rallentato gradatamente fino ad arrestarsi. La luce aumentava di intensità finché il sacerdote era completamente abbagliato e non riusciva più a vedere nulla attorno a lui.
Quando la luce si era affievolita fino a sparire, il sacerdote riacquistava pian piano la vista e si accorgeva di essere in mezzo alle nuvole e non più nell'oscuro tunnel.
Dopo qualche istante, due nuvole si sono separate lentamente rivelando un enorme cancello, che portava al centro la Mano Guantata, simbolo di Torm.
Il cancello si apriva lentamente e dall'interno usciva una creatura che Duncan riconosceva, un Astral Daeva, probabilmente lo stesso che nei Dark Domain gli aveva consegnato la Mazza per l'ultima battaglia.
La splendida creatura ha rivolto poche parole all'anziano chierico: “Vieni, Torm ti sta aspettando”

Dopodiché ha accompagnato Duncan oltre il cancello, fino ad uno splendido palazzo costruito come in marmo bianco e risplendente di luce propria.
Giunti innanzi alle porte del palazzo, il Daeva ha parlato nuovamente: “Entra, Torm ti attende oltre questa porta”

Le porte si sono aperte a rivelare una larga stanza a soffitto di forma ovale, splendida nella sua semplicità e purezza. Circa a tre quarti verso
il fondo della stanza vi era un immenso trono sul quale era seduta una persona che, anche se indossava solamente una veste bianca, il sacerdote non ha avuto difficoltà a riconoscere come Torm crollando così al suolo, vinto dall'emozione e dal pianto.

Torm gli ha fatto cenno di alzarsi ed avvicinarsi ed il sacerdote, benché ancora titubante, si è alzato e si è avvicinato al suo Dio.
Torm ha poi chiesto al sacerdote di consegnarli il simbolo sacro dopodiché si è alzato ed ha abbracciato il sacerdote che si abbandonava nuovamente al pianto tra le possenti braccia del suo Dio, ed immediatamente si sentiva rinvigorire.
Quando Torm si è allontanato Duncan si è ritrovato vestito con una Plate Mail di colore blu scuro con riflessi viola che porta al centro il simbolo di Torm, ed
è ringiovanito anche se il suo corpo è ancora rovinato dal soffio acido del Drago che ha appena combattuto...
Il gruppo di amici, in particolar modo il prode Jalavier, è chiaramente entusiasta del ritorno del chierico tra di loro, ma Duncan a malincuore deve reprimere questo entusiasmo raccontando ai compagni che Torm lo aveva informato del male che si stava per abbattere su Faerun.

“Una forte minaccia - prosegue il sacerdote - si sta preparando ad investire Faerun. Il chaos, latente da molti anni, si è alleato con il male, che invece è sempre presente su Faerun per tentare la conquista dell'intero continente. Noi abbiamo solamente scoperto la punta di un immenso iceberg che stende la sua massa in tutto il continente, un iceberg che dobbiamo rivelare e distruggere come neve al sole. All’interno della spada che hanno rubato a Sir Norman è custodito uno dei pezzi che compongono un antico e potentissimo oggetto magico.
Questo artefatto, che il chaos sta cercando di ottenere, è probabilmente il più potente di tutti i reami e NON deve assolutamente entrarne in possesso, per nessuna ragione. Sta a NOI fermarli.

E per portare a termine questa missione abbiamo bisogno di cinque elementi....”
Duncan, fermandosi un attimo per prendere fiato, si gira verso il giovane Alatias guardandolo negli occhi e prosegue nel suo monologo:
“... l’antica bontà, il prescelto - facendo un cenno come ad indicare se stesso - la spada dei Duchi -rivolgendosi verso Norman - colui che possiederà l’artefatto e colui che dovrà combinare il tutto.
Inutile dire che il fallimento non è contemplato, poiché porterebbe alla distruzione di tutto il Faerun.”

Scossi dal racconto del loro amico i compagni non perdono tempo e decidono prima di tutto di distruggere il portale che era in fase di costruzione nella tana del drago malvagio. Intuendo che con l’ausilio della sola forza fisica sarebbe servito molto più tempo di quello di cui gli eroi potevano disporre decidono di ricorrere alla magia e utilizzano la bacchetta appena trovata nel tesoro del rettile. Due palle incandescenti esplodono così sul portale che in pochi istanti crolla a terra. Nel frattempo Duncan, d’accordo con il resto del gruppo, invoca il chierico Asturiel per comunicargli cosa sta succedendo, in modo che possa avvertire Lady Tessaril della gravità della situazione. Dopo poco il chierico giunge in soccorso al party e ne cura i membri, vistosamente feriti dopo il combattimento. Il sacerdote dà anche informazioni utili agli avventurieri a proposito della Black Network e della ristretta schiera che ne fa capo, nota come L’anello Segreto. Accompagnati dal chierico gli amici si recano nuovamente al villaggio dei kobold in cerca del piccolo portale, consci del fatto che era quella l’unica via da percorrere per inseguire i nemici.

Con una astuta mossa, il Risarcitore capisce il modo di attivare il portale, toccando in senso orario le rune sopra incise, e uno ad uno i compagni entrano nel gate. Ricompaiono quindi in un luogo buio ed umido che non esitano a riconoscere come un sarcofago! Accertatisi però che non si trattava di uno di quelli a loro ormai noto, escono dalla piccola caverna in cui era contenuto assieme ad altri due identici (probabilmente analoghi sistemi di trasporto), ritrovandosi tra una catena montuosa.

“Lo Shadow’ Gap è vicino!!!” - esclama il Risarcitore soddisfatto - “Dobbiamo essere proprio su questa X!” - ed indica il simbolo su una delle mappe trovate.
Il gruppo però è molto stanco per proseguire e decide quindi di riposare qui (12 Hammer).

La notte passa tranquillamente e all’indomani gli amici si svegliano presto per mettersi in cammino.

Il sentiero da intraprendere non è uno dei migliori e le condizioni climatiche neppure. Il passaggio è infatti molto stretto ed è costeggiato da ambo i lati, da due pareti a dirupo che lasciano passare la luce solare solamente per un paio d’ore al giorno: ecco perchè lo chiamano il “passo dell’ombra”. Inoltre la temperatura, proprio per questo fatto è notevolmente rigida, arrivando a toccare anche i 15 gradi sotto lo zero durante la notte.

Dopo circa 4 ore e mezza di cammino intravedono una costruzione in lontananza, che il risarcitore spiega essere la North Gate Inn. Il sentiero che vi porta però è piuttosto tortuoso, disegnando curve a gomito tra i dirupi.

All’improvviso dietro un angolo delle voci e dei rumori richiamano l’attenzione dei 5 compagni. Qualche decina di metri più avanti infatti vi sono 3 carri trainati da cavalli ed un gruppo di uomini armati. Una delle guardie si fa incontro al gruppo e Duncan con chiare intenzioni pacifiche inizia a dialogare con l’uomo facendogli capire subito le intenzioni amiche del party. Dopo un breve colloquio, i compagni capiscono che si tratta di una spedizione di mercanti scortata da 8 guardie, in particolare si tratta del mercante Gal il quale sarebbe lieto di ospitare il gruppo nel suo carro durante la notte in cambio di un piccolo favore con uno dei carri rimasto incastrato in una curva troppo stretta del sentiero.

Il gruppo di amici non si tira indietro ed in poco tempo rimettono il carro sulla strada. Ci si accinge quindi ad accamparsi: chi dorme fuori - Alatias, per niente timoroso dei climi rigidi! - chi all’interno dei carri. Il giorno seguente il viaggio riprende quand’ecco che un sibilo rompe il silenzio del crepuscolo. Due lance piuttosto grandi colpiscono due delle guardie della scorta, ferendone a morte una; mentre un masso sfiora letteralmente Jalavier che fa un balzo di lato per evitare il colpo. Vista la scena Duncan si precipita verso i feriti per soccorrerli mentre Jalavier e Norman impugnano le spade. Due enormi giganti delle colline spuntano da dietro un angolo e a passi lunghi e pesanti si dirigono verso i due guerrieri.
Nel frattempo altre lance e massi vengono tirati giù dal dirupo; Stingary allora beve una pozione trovata nella tana del drago e comincia a levitare per capire chi fosse a lanciare dall’alto.

Jalavier e Norman si decidono a caricare forse inconsapevoli dell’impatto che potrebbe nascere dall’urto con i due mastodontici esseri, ma non fanno in tempo a muoversi che se li ritrovano già addosso, e ad avere la peggio è Sir Norman che viene scaraventato a terra dalla carica di uno dei due. Jalavier inizia a combattere con il rimanente mentre Alatias, che nel frattempo aveva cercato di trattenerli colpendoli con le sue letali frecce da lontano se ne ritrova uno a pochi passi e, indietreggiando, usa l’unica arma che in quel momento potesse essergli utile, la bacchetta delle palle di fuoco. In men che non si dica il gigante si ritrova al centro di una violenta esplosione di fiamme che lo mette fuori combattimento.

Contemporaneamente il ladro mascherato, appurato che altre coppie di giganti erano appostate sul dirupo, strofina il suo prezioso anello invocando una creatura della terra che inizia a combattere contro i giganti. Quindi scendendo, sempre levitando, inizia a combattere corpo a corpo, sfruttando il vantaggio dell’attacco alle spalle, sua mossa preferita, ma di improbabile successo viste le dimensioni degli avversari! Decide allora di ricorrere ad un altro asso nella manica, e impugnando il suo pugnale scaglia un dardo nero contro un gigante ferendolo mortalmente. Il combattimento tra Jalavier, Norman, Alatias e l’ultimo gigante sembra volgere per il meglio quando dal dirupo si scagliano due ulteriori giganti, diversi dai precedenti, lasciandosi calare lungo il monte. Il capo delle guardie da l’ordine di caricare, ma una voce dalle retrovie lo ferma in tempo: “No!!!” - grida il chierico di Torm - “tornate indietro, ho un ‘idea migliore!!!”.

I guerrieri si fermano esitando un pò, ma ad un cenno del loro capo, tornano sui loro passi.

Duncan inizia a recitare una sorta di preghiera muovendo le mani vorticosamente, e proprio ai piedi del dirupo, sulla traiettoria dei due giganti, compare una fitta rete di lame alla quale i due colossi non possono sottrarsi spinti dall’impeto della caduta. Le urla di dolore dei due giganti sanciscono così la fine della battaglia, che fortunatamente si è conclusa a favore del party.

Vai al Capitolo 13: Gli intrighi della North Gate Inn