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17-12-2010 - Capitolo 27  – Tarkhale

23 Alturiac metà pomeriggio
Sbarcati sulla riva opposta del lago, il quartetto composto da Duncan il sacerdote di Torm, Jalavier paladino di Balder, il mago elfo grigio Iron Mortel, e Deregan il guerriero nano di Tomrav, decide di dirigersi all’interno della Ancient Forest costeggiando un ruscello. Dopo un paio d’ore di cammino in mezzo alla foresta vergine, il sole tramonta e i quattro decidono di accamparsi in prossimità del ruscello, e si organizzano per i turni di guardia.
Nel mezzo della notte, Jalavier si sveglia, e si accorge che Deregan che dovrebbe essere di guardia, si è appisolato e russa sonoramente. Lo sveglia con una gomitata “sveglia Deregan, siamo nel bel mezzo di un’impresa epica e tu ti addormenti?”

“Strano – risponde il nano – di solito non mi capita mai, si vede che questo posto pacifico concilia il sonno”
Mentre discutono dell’accaduto, Jalavier butta l’occhio sul suo equipaggiamento, e si accorge che manca il suo elmo. “Il mio elmo è scomparso!” grida preoccupato, così il nano e il paladino cominciano a cercare, ma senza risultati. Deregan decide di riprendere a dormire, mentre Jalavier si rassegna ed inizia il suo turno di guardia. Poco più tardi, Jalavier scorge uno scintillio in mezzo alla vegetazione al limitare dell’accampamento. Insospettito, si avvicina al punto in cui aveva scorto il luccichio, e in un punto poco lontano scorge l’elmo che era scomparso.
“Deregan sveglia, ho visto l’elmo spostarsi nella vegetazione”
Contemporaneamente, la staff di Iron Mortel e l’ascia di Deregan si sollevano da terra e cominciano ad allontanarsi fluttuando. Il nano, appena sveglio, afferra l’ascia al volo, mentre la staff si allontana da Iron Mortel proprio mentre si sta svegliando per il trambusto. In pochi minuti appare chiaro che la foresta si sta ribellando pacificamente alla loro presenza, con insetti che trasportano oggetti, una folata di vento che spegne il fuoco, e un’esondazione del ruscello a bagnarne le braci. Calmatesi le acque, Deregan raccoglie altra legna e accende un altro fuoco, mentre gli altri si coricano per riposare. Più tardi nella notte, si sente un gran trambusto come di un gigante che corre nella foresta, ma passati alcuni minuti non appare nulla e il trambusto svanisce. Intanto però il riposo dei quattro è stato interrotto ancora.
Non molto tempo dopo, Duncan di guardia, sveglia nuovamente i compagni: un gruppo di cinquanta arcieri elfi li ha circondati con le frecce incoccate. Jalavier, preoccupato, prova a spiegare le sue ragioni, ma incuranti di ciò, gli arcieri scoccano ferendo alcuni dei quattro compagni, per poi svanire nel nulla. Ancora una volta il riposo è stato interrotto, e ciò non è una buona notizia per Duncan e Iron Mortel.

La mattina dopo (24 di alturiac), il cammino prosegue, fino ad una radura dove trovano un gruppo di elfi che li accoglie con benevolenza. “Cosa vi porta da queste parti, stranieri?” chiedono gentilmente gli elfi. E Jalavier spiega loro dell’esigenza di recarsi nel bosco sacro, a cui loro replicano con fermezza “Non è consentito recarsi nel bosco sacro, comunque ne discuterete col capo tribù”.
Il villaggio è composto da oltre un centinaio di elfi
Il capo tribù conferma perentoriamente che non è consentito a nessuno entrare nella pianura sacra e nel bosco sacro. Davanti all’insistenza di Jalavier, lo sciamano Juvenal spiega che soltanto lui stesso, nell’equinozio di primavera, ha il permesso di entrare nel bosco sacro. Gli elfi non permetteranno ha nessuno di profanare il bosco sacro. Tra due mesi e mezzo, nel giorno dell’equinozio di primavera, lo sciamano intercederà presso Tarkhale per consentire al gruppo di entrare nel bosco.
Jalavier, per avere conferma di dove si trova il terzo pezzo, impugna la Rod. Immediatamente avverte chiara la sensazione che il terzo pezzo si trova proprio nel bosco sacro, ma quasi contemporaneamente, avverte la presenza di un’altra entità che cerca di localizzare la sua posizione.
Andare avanti ed entrare in conflitto con i pacifici ed ospitali elfi? Oppure rinunciare alla Rod? Sopraggiunta la sera, arrovellandosi attorno a questo dilemma, i quattro compagni decidono di coricarsi per passare una notte tranquilla e recuperare le forze perdute.

Il giorno seguente viene trascorso rilassandosi e passeggiando per il villaggio. Vi abitano oltre duecento elfi, e l’accesso al bosco sacro è sorvegliato da guardie, così come i quattro ospiti anche se in maniera molto discreta. Ma la decisione è presa, il giorno seguente i quattro entreranno nella foresta sacra.
La notte tra il 25 e il 26, alla spicciolata i quattro escono dalla capanna. Duncan si avvicina ad un albero e inizia a recitare un incantesimo, aprendo un portale che lo farà uscire nella foresta sacra attraverso un altro albero. Contemporaneamente Jalavier attiva i poteri della Rod e si alza in volo, portandosi appresso il nano Deregan sulla schiena. Iron Mortel, recita un incantesimo di repulsione, per mantenere gli elfi a distanza, che in risposta iniziano a tirare frecce verso il mago, il paladino e il nano i quali però, dopo una breve ma convulsa fuga, riescono ad entrare nella pianura, dove i superstiziosi elfi non osano seguirli.
Durante l’attraversata della pianura, improvvisamente Jalavier scompare alla vista con un urlo, e dove prima camminava sull’erba, adesso il paladino è aggrappato sull’orlo di una buca che appare senza fondo. Con più cautela, i quattro proseguono nel loro cammino che però risulta avversato da improvvisi fenomeni naturali quali vento pioggia e terreno paludoso.
A pochi metri dal bosco, esce un essere umanoide alto circa 3 metri equipaggiato come un guerriero che intima: “Stranieri, l’ingresso vi è vietato. Abbandonate questo posto o saremo costretti ad attaccar battaglia”
Jalavier: “Mi dispiace, ma è necessario che noi andiamo avanti”.
Il gigante replica: “Così sia, il nostro Dio ci ha ordinato di difendere questo posto con la vita: Speriamo di avere una buona battaglia”.
Iron Mortel esegue una palla di fuoco che centra in pieno il gigante. Contemporaneamente, una pioggia di lunghe frecce colpisce i quattro avventurieri che si riparano alla meno peggio.
Deregan passa all’attacco e con l’ascia colpisce duramente il gigante già ustionato, che si accascia privo di sensi.  Jalavier avanza guardingo mentre dal bosco escono altri cinque giganti.

Una voragine larga e profonda una ventina di metri, conseguenza di un incantesimo di Iron Mortel, si apre sotto i piedi di tre dei cinque giganti che vi finiscono dentro.
Jalavier col potere della Rod, sorvola i due giganti rimasti e passa oltre. Deregan però attacca implacabilmente uno dei due giganti, mentre Iron Mortel invoca una mano di Bigby che si interpone tra i giganti e il mago. Il corpo a corpo infuria tra un gigante e il nano che con un colpo formidabile (veeeeentiiiii) lo finisce. Deregan, completamente in trance, affronta il secondo gigante e lo finisce con due affondi micidiali (veeeeeentiiiiii e 19).
Il bosco sacro è bellissimo, ma addentrandosi più in profondità, diventa sempre più in disordine, con alberi più contorti e intrecciati. La sensazione di caos è evidente.

Il bosco finisce in una radura con un ulteriore boschetto al centro, circondato da enormi querce secolari. Sul tronco di una di queste compare un viso che intima: “Stranieri avete violato il bosco sacro di Tarkhale” e contemporaneamente ad altre due, inizia a muovere le radici come fossero gambe.
Iron Mortel, invoca dal suo bastone una enorme palla di fuoco che esplode nella chioma di quello che aveva parlato, che pur accusando, continua ad avanzare. Deregan affonda la sua ascia nel tronco di un albero. E Jalavier invoca un incantesimo per rallentare gli attacchi degli alberi.
L’albero bruciato attacca la mano di Bigby. Inizia a piovere fortissimo e il fuoco sulla chioma si estingue.
Iron Mortel, sfruttando il bagnato causato dalla pioggia, invoca un cono di gelo che si abbatte sugli alberi, e poi ne finisce uno con un fulmine. Anche Jalavier, con Crusader si lancia all’attacco.
Improvvisamente Iron Mortel e Deregan si ritrovano non in grado di impugnare alcunché. A stento riescono a stare in piedi. Entrambi non riescono più ad essere della battaglia. La sensazione di vertigine si attenua dopo qualche minuto, e i due, seppur impacciati possono continuare la battaglia.
Duncan invoca l’incantesimo di blade barrier sul trent che attaccava Deregan.
Ancora una fireball di Iron Mortel che si abbatte su uno degli alberi che crolla inerte, ne rimane ancora uno.

In quel momento, Duncan emette un grido, e scompare come risucchiato via da una forza misteriosa. Jalavier, infuriato, finisce l’ultimo trent con due affondi perentori di Crusader.
Jalavier, sbigottito, ha un attimo di esitazione, ma poi il fortissimo richiamo della Rod, lo induce a proseguire assieme agli altri due, così, superati i cadaveri dei trent il paladino riconosce immediatamente il posto della visione: un prato in una piccola conca circondata da rocce da cui sgorga un limpido ruscelletto. Dalla parte opposta si trova una enorme quercia secolare, e all’interno del tronco si apre una fessura, dalla quale esce una fanciulla bellissima con un abito sacrale, con capelli addobbati con radici e foglie. Al suo fianco anche un cerbiatto bianco.
La bambina sorride con la risatina beffarda che tante volte gli avventurieri avevano udito nel bosco.
“Benvenuti nella mia dimora. Mi sono divertita molto con voi, ma adesso il gioco è diventato troppo lungo… adesso un po’ mi avete stancato” E scompare.
Mentre Iron Mortel inizia a recitare un incantesimo difensivo, la parete rocciosa inizia a muoversi e pur senza assumere nessuna forma particolare, si dirige verso i tre avventurieri.
Deregan, senza indugiare, si dirige verso la fessura all’interno del tronco dell’enorme quercia, Jalavier invocando il potere della Rod si alza in volo, in attesa dello svilupparsi degli eventi.
Iron Mortel crea un muro di pietra per sbarrare il passo alle rocce semoventi.
Parte un fulmine che si abbatte fragorosamente sul gruppo. Deregan pur claudicante, continua ad avanzare verso il portale nell’albero. Anche Jalavier, velocemente si avvicina al portale nel tronco. Improvvisamente ricompare Duncan, che era finito in un labirinto magico.
Il muro di pietra, viene raso al suolo dall’ammasso animato di pietre, proprio mentre Deregan si tuffa nell’apertura del tronco, solo per sbattere violentemente contro ad un muro invisibile. Duncan e Iron Mortel cominciano a eseguire incantesimi nel tentativo di liberare l’accesso all’albero dal muro di forza invisibile, mentre Deregan con l’ascia tenta invano di aprire il tronco dell’albero in un altro punto, ma il muro di forza protegge tutto il perimetro del tronco.
La risatina beffarda risuona nell’aria. “Mi avete un po’ deluso, pensavo foste un gruppo più forte”.
Iron Mortel “Sì? Allora perché non ti fai vedere? Hai paura?”
“Eccomi” e la fanciulla appare in aria a qualche metro dal mago. E parte una palla di fuoco che avvolge Deregan e Jalavier, che ormai sono pesantemente feriti. Il paladino sferra un colpo con la rod sul wall of force che con uno sfrigolio si dissipa. Iron Mortel, Deregan e Jalavier si infilano nell’apertura, mentre Duncan viene colpito da un fulmine magico e rimane per terra.
I tre appena entrati ruzzolano giù per uno scivolo che li conduce ad una grotta buia spoglia se non per le radici dell’albero che scendono dalla volta, maleodorante. In fondo alla grotta si trova una porta.

“Da che parte si va?”
“Ho la Rod in pugno, me lo dice lei da che parte si va”
Iron Mortel, con un detect magic, percepisce che tutta la grotta nella sua interezza è intrisa di magia, e Jalavier viene trattenuto dalla Rod all’interno della stanza.
Iron Mortel, improvvisamente cambia espressione, e comincia a girare indaffarato per la grotta, come se stesse cercando qualcosa.
Compare un’enorme mano di Bigby, intanto Jalavier pochi secondi dopo aver recitato l’incantesimo di continual light, assume un’espressione bovina e comincia a vagare senza meta all’interno della stanza.
Iron Mortel interrompe la ricerca, per lanciare un dispel magic nel tentativo di annientare la mano di bigby e la magia che avvolge la grotta, con esito negativo.
La mano attacca Iron Mortel colpendolo di striscio. Deregan contrattacca la mano colpendola duramente (veeeeeeeentiiiiiiii), e Jalavier si riprende dall’imbecillimento.
Appena ripresosi Jalavier si rende conto che la grotta è in realtà un’illusione, e la porta è invece un portale magico identico a quella dal quale i quattro sono entrati alcuni giorni prima. C’è anche un tavolo verde da biliardo con molte palle disposte sul panno, e due stecche appoggiate. Una di quelle è il nuovo pezzo della Rod.

Compare la fanciulla. “Che cosa volete da me?”
Deregan. “Mi serve L’arelis”
Jalavier si avventa sulla Rod, mentre Iron Mortel scatena un fulmine sulla fanciulla. L’immagine dalla fanciulla si dissipa per lasciare il posto a un piccolo draghetto con le ali di farfalla di colore nero violaceo.
“Ecco avete svelato la mia identità, io sono il grande Tarkhale, ho creato questo semipiano perché il mio ptere è talmente immenso che mi ha permesso di diventare la divinità di questo luogo, prendete quello che dovete prendere e andatevene.”
Jalavier. “Era quello che volevamo fin dall’inizio” e unisce il terzo pezzo della Rod.
Si libera un alone di energia che attraversa tutta la stanza; gli avventurieri non ne risentono, ma il draghetto, emette uno strillo di agonia e scompare.
Nella mente del paladino si forma una visione di un castello gigantesco, con finestre e portoni di proporzioni più grandi del normale costruito sul picco di una montagna. Talmente in alto che si vedono le nuvole che lambiscono le torri del castello. Avvicinandosi, la visione mostra un essere corpulento con barba, baffi e capelli rossi, armatura a piastre e alabarda, che fa la guardia ad una di queste torri.
Poi la visione scende e mostra una caverna sotto il castello in cui si intravedono due occhi rossi e del fumo.
Infine la visione entra dentro il castello e mostra un gigante di fuoco seduto su un enorme trono che assieme ad altri giganti, giocherella con una bacchetta.
La visione scompare senza lasciare alcun tipo di indicazione su dove il posto si possa trovare.
Per Jalavier la nuova sensazione di potenza è inebriante, così come estremamente intensa è la sensazione di essere stato individuato.
Pochi attimi dopo, si apre un nuovo portale; e spaventati, Iron Mortel e Deregan si infilano nel portale che riconduce al primo piano materiale. Jalavier indugia sulla soglia.
Al di là del nuovo portale c’è un’isola all’interno di un fossato di fuoco. Sopra quest’isola si trova un trono occupato da un essere che sembra una piovra gigante con un tridente gigantesco. “Ti ho individuato, mortale”.
I tentacoli iniziano a strisciare al di fuori del portale assieme a demoni a forma di ragno.
Jalavier punta verso l’altro portale la Rod fatta di tre pezzi “Ruat Caelum Fiat!”, ma poi si rende conto della disparità di forze in campo, da solo contro un’orda di demoni. Riluttante, si infila nel portale che conduce al primo piano materiale.
Duncan sembra perduto.
Il portale conduce i tre in una grotta sul pendio di una montagna ricoperto da un bosco.